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Ljajic si è preso l'Inter: ora il riscatto
Nel calcio si vive spesso alla giornata, tra avvenimenti programmati ed altri che si verificano quasi per caso, magari perché il puzzle non sempre si realizza per come lo immagini inizialmente. Imponderabilità che in questo mondo è all’ordine del giorno e che ha portato Adem Ljajic a vestire la maglia dell'Inter. Proprio lui, l’ex Roma che adesso viene considerato l’uomo del momento in casa nerazzurra, in realtà avrebbe potuto essere altrove perché l’obiettivo dichiarato della società di corso Vittorio Emanuele era un altro: Eder Citadin Martins, probabilmente sfumato per una doppietta al Napoli, che ha convinto Ferrero ad accrescere le richieste e rompere gli accordi precedentemente raggiunti con Piero Ausilio.
NON E' UNO SCARPONE - Adem Ljajic è stata l'intuizione dell’ultimo secondo, una grande scommessa di Piero Ausilio e Marco Fassone, ampiamente vinta se giudichiamo le ultime risposte che sta offrendo in campo l’attaccante. “Roberto ci ha messo un bel po' di pressione, abbiamo cercato di accontentarlo in tutto, ma la Samp ad un certo punto ha chiesto troppo per Eder e gli abbiamo comunicato che saremmo andati su Ljajic. Ha accettato di buon grado perché sa bene che non è uno scarpone”, ci confidò informalmente l’ex dg dell’Inter alla chiusura del mercato estivo.
IL MOMENTO GIUSTO - E dopo un lungo periodo di adattamento, Adem Ljajic ha capito come prendersi l’Inter e raccogliere la stima del proprio allenatore, che all’inizio gli ha fatto assaggiare più panchina che campo. Questione di modi, l’ex Roma si è presentato probabilmente con l’atteggiamento arrogante figlio dell’immaturità, una condotta che il tecnico jesino ha immediatamente bocciato, mettendo in riga Ljajic col metodo del bastone. Ne hanno passato di tempo ad annusarsi l’un l’altro, fino a quando Mancini ha deciso che era finalmente arrivato il suo momento e Inter-Roma è stato un po’ l’inizio di tutto: la partita dell’ex per Ljajic e quella della verità per l’Inter, alla ricerca di importanti risposte sulla propria identità. Il serbo non si è risparmiato e si è messo al servizio della squadra con ripiegamenti degni di un terzino di ruolo e ripartenze sfrenate. “Ljajic è un grande calciatore, deve solo mettersi al servizio dei compagni e adesso devo dire che lo sta facendo molto bene”, ha affermato Mancini in conferenza dopo Inter-Frosinone, a sottolineare come l’ex Roma stia finalmente entrando in sintonia con il proprio concetto di gioco.
IDEALE PER ICARDI E JOVETIC - Ljajic si sta anche dimostrando balsamo miracoloso per Mauro Icardi, che ha realizzato la metà dei suoi gol proprio grazie ai servigi dell’attaccante serbo. Il suo impiego in campo inizia a portare i frutti pazientemente attesi, lo stesso Stevan Jovetic mostra di gradire la vicinanza in campo di Ljajic; gli scambi tra i due sono frequentissimi, si cercano, si guardano, si trovano. Lunedì sera ci sarà il Napoli in trasferta, forse la sfida più importante dell’anno e Roberto Mancini pensa seriamente di affidarsi ancora una volta a quello che si era presentato come un indisciplinato allievo e che adesso ha saputo raccogliere i favori di un’intera tifoseria. Una fiducia che al termine della stagione potrebbe tramutarsi in qualcosa di ancora più concreto: il giocatore è arrivato in prestito dalla Roma per poco meno di 2 milioni di euro e può diventare nerazzuro a titolo definitivo per altri 11 e, qualora il serbo riuscisse a confermarsi su questi livelli di rendimento, si tratterebbe di un'ipotesi tutt'altro che lontana dalla realtà.
Pasquale Guarro
Pasquale Guarro