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    L'Inter si gode Eriksen e supera la 'pareggite': il tridente non brilla, Barella sì

    L'Inter si gode Eriksen e supera la 'pareggite': il tridente non brilla, Barella sì

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    L’Inter approda in semifinale di Coppa Italia, ma battere la Fiorentina (2-1) è stato meno facile di quanto ci si potesse aspettare. Ha deciso Barella, a metà del secondo tempo (67’), con un tiro di controbalzo prodigioso. Ma solo tre minuti prima era stato Handanovic a salvare il pareggio con una deviazione su Vlahovic.

    La Fiorentina non avrebbe meritato di vincere, ma si sa come vanno le partite secche. A volte castigano ingiustamente anche chi ha giocato meglio. E l’Inter, pur non esaltando, ha fatto la partita sia nel primo che nel secondo tempo, ha tirato molto in porta, si è vista annullare un gol di Lautaro, nella ripresa è stata pericolosa quasi ad ogni palla che portava dall’altra parte del campo.

    Tuttavia la squadra di Conte non è brillante, troppo spesso attacca per vie centrali, a volte è stata prevedibile e poco veloce. Niente di grave, è un periodo un po’ particolare, dopo avere corso tanto i nerazzurri stanno rifiatando. Il punto è un altro: se e quando cala l’intensità, l’Inter è meno “contiana” di quanto voglia il suo allenatore e, come disse lui dopo Lecce, diventa una squadra normale.

    Senza la prodezza di Barella e, prima, un sesquipedale errore della difesa viola, avrebbe fatto fatica a segnare e questo non è accettabile per una formazione che fa del furore la propria benzina.

    Contro la Fiorentina, Conte ha scelto il 3-4-1-2, quindi una squadra a trazione anteriore, in pratica con tre punte (Lukaku, Lautaro e Sanchez) nella quale, però, il cileno ha cercato di operare tra le linee. Il problema è che Iachini ha insegnato alla Fiorentina a difendersi con metodo e senza lasciare il minimo pertugio. Non è importante stabilire se l’allenatore sia un italianista o, peggio, un catenacciaro. L’importante è capire che contro squadre così disposte (3-5-2 con gli esterni sulla linea dei difensori) segnare diventa sempre un problema.

    Infatti l’Inter ci è riuscita solo al 44’ e per colpa di un malinteso tra il portiere Terracciano, in uscita, e il centrale Ceccherini, in scivolata, che hanno lasciato il pallone nella piena disponibilità di Candreva, autore del classico rigore in movimento e per di più a porta vuota. Il Var ha accertato che Lautaro, a ridosso di Ceccherini, non solo non ha commesso alcun fallo, ma di giustezza ha anticipato il difensore finendo per servire Candreva.

    L’Inter aveva tenuto palla per il 64 per cento contro il 36 per cento, a lungo l’aveva portata nella metacampo avversaria per impaniarsi di lì in avanti. Invece la Fiorentina aveva cominciato meglio perchè teneva un ritmo alto e, dopo appena 4 minuti, aveva anche tirato in porta con Lirola. Diagonale non straordinario, ma che aveva messo Handanovic in leggero imbarazzo (mi era parso in ritardo). La strategia di Iachini aveva una logica: contenere per ripartire. Purtroppo per lui Chiesa non è una punta di complemento, ma un attaccante esterno che sa imprimere strappi solo nell’uno contro uno, mentre Vlahovic si batteva con forza ed energia ma tenendo pochi palloni. Di più avrebbe dovuto pretendere dai cosiddetti “quinti”, ovvero Lirola e Dalbert che però non sono in grado di fare tutta la fascia se non sporadicamente.

    Una partita tanto bloccata è migliorata nella ripresa per esclusivo merito dell’Inter che ha alzato i ritmi e forzato i tempi con l’intenzione di chiudere l’impegno in fretta. Nei primi dieci minuti ci hanno provato in molti, ma quelli che sono andati più vicini al gol sono stati Lautaro e Sanchez. Poi (58’) è stata la volta di Vecino di testa (cross di Young) con Terracciano che ha deviato in tuffo.

    Iachini ha provato a guadagnar metri e fiducia inserendo Cutrone per Badelj e passando al 3-4-2-1, laddove Chiesa e Vlahovic sostenevano l’ex milanista. Qualcosa di propositivo si è visto quando Dalbert ha alzato il suo raggio d’azione e, con un cross, ha trovato Chiesa in area. Il figlio d’arte, anzichè battere al volo come avrebbe fatto suo padre, ha controllato e appoggiato a Lirola. Tiro deviato e angolo. 

    Sembrava un tentativo velleitario e invece è nato il pareggio della Fiorentina, una squadra che specula su ogni situazione. Caceres, marcato dall’improvvido Lautaro, si è liberato facilmente andando a saltare in groppa a Godin. Gol convalidato dal Var dopo pensosa valutazione. A quel punto (60’) stava per nascere un’altra partita e chissà che cosa avremmo visto se Handanovic non si fosse opposto a Vlahovic dopo una grande azione viola chiusa con un assist di Chiesa.

    Invece, come spesso capita, chi ha più numeri li esibisce e l’Inter aveva Barella, tra l’altro eccellente nel ruolo di Brozovic. Una grande combinazione interista, cui ha dato il via Lautaro, è stata respinta al limite e l’ex cagliaritano, al volo di destro, ha centrato l’angolo sinistro.

    Grande gol e grande tripudio del popolo “bauscia” perché, esattamente un minuto prima, il danese Eriksen, neo acquisto del Tottenham, aveva fatto il suo ingresso in campo per la prima volta con la maglia dell’Inter. Così il pubblico ha cominciato ad ammirare lui e, ad un quarto d’ora dalla fine, anche Moses che ha preso il posto di Candreva.

    Dopo troppi pareggi l’Inter è tornata a vincere. Rotto il sortilegio non resta che ributtarsi nel campionato per andare a prendere la Juventus.​

    IL TABELLINO

    Inter-Fiorentina 2-1

    Marcatori:  44’ Candreva, 15’ s.t. Caceres, Barella 22’s.t.

    Assist: 44’ Lautaro, 15’ s.t. Pulgar.

    Inter: Handanovic; Godin, Ranocchia, Bastoni; Candreva (dal 29’ s.t. Moses), Vecino, Barella, Young; Sanchez (dal 21’ s.t. Eriksen); Lautaro; Lukaku (dal 43’ s.t. Esposito).

    Fiorentina: Terraacciano, Milenkovic, Ceccherini, Caceres; Lirola (dal 40’ s.t. Ghezzal), Benassi, Badelj (dall’11’ s.t. Cutrone), Pulgar, Dalbert; Chiesa (dal 35’ s.t. Sottil), Vlahovic.

    Ammoniti: Caceres (F), Dalbert (F), Sottil (F)

    Espulsi:

    Arbitro: Daniele Doveri (della Sezione di Roma).

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