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    L’Inter fa le prove generali per Istanbul. Lukaku, altro che rotazioni: lui può fare la storia

    L’Inter fa le prove generali per Istanbul. Lukaku, altro che rotazioni: lui può fare la storia

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    In un colpo solo (3-2 all’Atalanta come nella gara di andata), l’Inter raggiunge il secondo posto (al momento un punto sopra la Lazio), incassa la certezza più che aritmetica di disputare la Champions League anche della prossima stagione, a prescindere dal Manchester City e verifica quella che potrebbe essere la formazione-tipo nella finale di Istanbul. Contro la squadra di Gasperini, uno dei due possibili titolari in panchina, era Darmian, entrato a otto minuti dalla fine al posto di D’Ambrosio. L’altro era Dzeko che ha sostiutuito Lukaku negli ultimi dieci minuti. Il terzo, Mkhitaryan, infortunato, era in tribuna con la speranza, per nulla segreta, di recuperare di qui al 10 giugno. Detto che assai difficilmente, l’armeno sarà titolare in Turchia, non credo proprio che la scelta di privilegiare Lukaku, anziché Dzeko, rientri nelle rotazioni. Meno ancora dopo quello che il belga è riuscito a produrre (un gol e l’avvio dell’azione del terzo gol) in una partita che l’Inter ha cominciato a ritmi altissimi e che, dopo nemmeno otto minuti, poteva essere sul 3-0 (gol annullato a Calhanoglu).

    Già in mattinata, durante una trasmissione televisiva a Sky, avevo detto che, secondo me, Simone Inzaghi stava pensando a Lukaku da affiancare a Lautaro. Come avevo previsto, che quella contro l’Atalanta, sarebbe stata una sorta di prova generale prima della Champions League. E così è stato. Lukaku, non solo ha giocato dal primo minuto, ma dopo appena quaranta secondi è andato in gol con una verticalizzazione da brivido. A crearla era stato lo stesso movimento dell’attaccante che, appoggiata palla a Lautaro, è scattato in mezzo a due centrali avversari per presentarsi solo davanti a Sportiello, eluso facilmente in uscita. Il primo tempo di Lukaku ha richiamato le migliori prestazioni dedl giocatore all’epoca della gestione-Conte. E se è vero che, nella ripresa, ha perso qualche pallone di troppo, è altrettanto vero che da un suo sapiente movimento, corredato da imbucata imperiale per Brozovic, è nato il terzo gol, quello realizzato da Lautaro Martinez, su assist di grandissima generosità del croato. Insomma quando l’Inter ha sprigionato calcio di grande qualità, attaccando la profondità, Lukaku è stato sempre protagonista nel, determinare lo spazio per sè e per gli altri. Perciò, a mio giudizio, non solo Lukaku sarà in campo a Istanbul insieme a Lautaro Martionez, ma ha tutta l’aria di andare incontro ad un appuntamento con la storia nel quale potrebbe lasciare un segno indelebile, al pari del compagno di reparto.

    Resta da capire se Darmian sarà, come io penso, della finale. Può essere che in questa fase abbia avuto bisogno di rifiatare. Può essere che debba recuperare una condizione più brillante. Fatto sta che io non credo né che giocherà titolare D’Ambrosio (o De Vrij) e, meno che mai, che il prescelto sia il convalescente Skriniar, come qualcuno ipotizza. L’Inter ha ottenuto sia la vittoria che voleva per blindare la classifica, sia la risposta che si aspettava per guardare alla finale di Champions con ottimismo. La squadra sta bene fisicamente e mentalmente, sa come deve giocare, ha imparato a gestire le due fasi in maniera collettiva, è serena nei rapporti interni e in quelli con l’allenatore. Certo, contro il City, non penso si possa andare in doppio vantaggio a nemmeno tre minuti di gioco (dopo Lukaku, ha segnato Barella, a sèguito di un’azione corale cominciata da Lautaro e proseguita con due tiri respinti di Dimarco) e, se accadesse, meglio sarebbe avere un atteggiamento più vigile di quello mostrato con l’Atalanta. Dalla metà del primo tempo, i bergamaschi sono cresciuti e, prima, hanno avvicinato il gol con Hojlund e Koopmeiners (bravo Onana in entrambe le circostanze), poi ci sono arrivati grazie alla zampata di Pasalic da calcio d’angolo, in cui Scalvini, sempre pericoloso negli inserimenti aerei, ha toccato ben due volte la palla in area (prima di testa e poi di piede).

    Per fortuna dell’Inter che la seconda parte della partita ha, seppur con minore vigore, ricalcato la prima. Il gol della sicurezza, arrivato ad un quarto d’ora dalla fine, avrebbe potuto segnarlo quasi subito Calhanoglu (prodezza di Sportiello su tiro da lontano). I cambi (Lookman per Pasalic, Muriel per Ederson e Gosens per Dimarco) non hanno determinato inversioni di tendenza con l’Inter meno dominante, ma comunque padrona della partita. Solo al 91’, un tiro di Muriel, respinto dalla barriera, è stato ripreso dal colombiano che lo ha sparato in porta, la palla ha sbattuto sulla traversa e poi sul braccio di Onana che ha fatto autorete. Ci sarebbe stata l’ultimissima occasione per l’Atalanta centrare il pari se Muriel, dalla bandierina, non avesse vanificato l’assalto di tutti i suoi compagni (in area c’era anche Sportiello) con un tiro balordo anzichè con un cross insidioso. Perciò l’Inter ha finito in gloria. A San Siro tornerà nel prossimo campionato, a meno che la notte del 10 giugno, non ci sia qualcosa da fasteggiare come accadde tredici anni fa.

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