L'Inter cinese deve la sua fortuna a Marotta, l'uomo delle finali
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Tuttavia, per un dirigente, creare le condizioni per la realizzazione dei successi sportivi e incrementare il valore patrimoniale con la cessione dei giocatori, è molto più importante che vincere. Primo, perché vincere è compito della squadra e di chi la guida. Secondo, perché i risultati per un direttore generale o un amministratore delegato, come è Marotta, non possono prescindere dall’aspetto economico. Sono fermamente convinto che l’Inter, con i seri problemi della proprietà cinese, non avrebbe avuto anni di prosperità e serenità se il management (tutto il management e non solo Marotta) non fosse stato oculato e competente, previdente e programmatore.
I nostri sono anni duri, in cui ad una crisi sempre meno strisciante e sempre più visibile, si deve aggiungere, soprattutto in Europa, una concorrenza che pare non avere limiti, né regole. La finale continentale della Coppa più importante non è mai un caso, ma il prodotto di un percorso in cui l’azienda è stata nel solco della concretezza e dell’equilibrio. Poi, lo si sa, contano anche le circostanze. Ma se Marotta arriva così spesso in vetta significa che conosce la strada e come evitare i pericoli.