L’incredibile storia del bambino che insegna a tutti come allenarsi in casa con scarpe, sedie e scope: è già mania
Buonasera Luigi, ci spiega come nasce la sue idea?
“I primi due giorni di isolamento a casa sono trascorsi agevolmente, ma dai terzo ho iniziato a percepire insofferenza in mio figlio. È un bambino, ha dieci anni, è abituato a correre e giocare, è difficile tenerlo fermo. Si rattrista”.
Quindi cosa si è inventato?
“Facendo l’allenatore l’ho indotto a provare alcuni esercizi col pallone creandogli in casa alcuni ostacoli da evitare”.
In cosa consisteva l’esercizio?
“Doveva fare un slalom, palla al piede, tra le scarpe messe nel corridoio. Poi un tunnel alla sedia e saltare con un balzetto l’overboard”.
Quindi tutto parte da qui...
“Esatto, a quel punto ho pensato di condividere l’esercizio nel gruppo whatsapp con gli altri bambini della scuola calcio per vedere come i suoi compagni avrebbero accolto la cosa”.
E...
“E tutti hanno iniziato a riprodurre lo stesso esercizio. Ovviamente ognuno utilizzando quello che aveva in casa. Così hanno anche dato sfogo alla propria fantasia, usavano bottiglie d’acqua, scope, zaini. Si divertivano, si vedeva, e alla fine lo scopo era proprio quello”.
Così la cosa ha preso piede.
“Si, abbiamo iniziato a pubblicare le challenge sulla pagina Facebook e pian piano sono arrivate anche altre società con le prove dei loro bambini”.
Adesso quanti siete?
“Adesso siamo una ventina di società, se ne stanno aggiungendo altre, non solo dall’Italia. Abbiamo società tedesche, svizzere e ne sono in arrivo altre due da Malta”.
State diventando famosi.
“Non è quello lo scopo, ci interessa solo far divertire i bambini in questo momento molto particolare per il paese e anche per loro. We queste piccole sfide possono aiutarli a trascorrere qualche minuto in allegria e anche a fargli fare un po’ di sport, tanto di guadagnato. Questa è la nostra unica missione e poi vorremmo anche raccogliere dei fondi in favore di qualche struttura ospedaliera perché sono tempi di grande necessità”.
Da chi ha ricevuto la gratificazione più importante?
“Dai miei ragazzi, mi scrivono per ringraziami dicendomi che non mi dimentico di loro. Come potrei. E poi mi chiedono altri esercizi, altre prove. Mi motivano nella ricerca di esercizi sempre diversi”.