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L'ANALISI: ricerca del gioco e Banega al centro, così l'Inter vincerà presto
Tuttavia, andando ad analizzare a mente fredda le due prestazioni, sembra possibile tranquillizzare tutto l'ambiente nerazzurro per via dei segnali positivi che si intravedono nel gioco dell'Inter, nonostante i risultati non aiutino. Le partite contro Chievo e Palermo sono profondamente diverse, così come preannunciato da de Boer nella conferenza stampa di sabato scorso e la seconda giornata ha regalato interessati spunti di riflessione dal punto di vista tattico.
LE SCELTE DI FORMAZIONE - Per capire meglio le differenze tra la partita di Verona e quella di San Siro è importante partire dalle scelte di formazione. Al Bentegodi l'Inter è scesa in campo con un inedito 3-5-2, con D'Ambrosio utilizzato come terzo centrale di difesa insieme a Miranda e Ranocchia, un ruolo che ha già ricoperto in sporadiche occasioni anche con Mancini, ma che non è la sua posizione naturale. Contro il Palermo de Boer ha deciso di accantonare l'idea ed è tornato alla difesa a 4, spostando D'Ambrosio sulla fascia e inserendo Santon al posto di Nagatomo nel ruolo di terzino sinistro. Il cambio più significativo, però, è stato fatto a centrocampo, dove l'olandese ha mantenuto i tre centrali, ma ha invertito le posizioni di Medel e Banega, lasciando invariata quella di Kondogbia. In avanti Perisic e Eder giocavano in linea con Icardi.
LA FASE DI INIZIO - Le indicazioni di de Boer per la fase di inizio dell'azione offensiva sono abbastanza chiare. L'allenatore olandese vuole giocare il pallone da dietro e iniziare con i due centrali, anche a costo di prendersi qualche rischio. Si è visto chiaramente a Verona, dove Handanovic ha sempre giocato corto i rinvii dal fondo, anche quando la pressione del Chievo era molto alta.
Lo stile di gioco di de Boer si basa evidentemente sul possesso palla e non vuole rischiare di regalarlo agli avversari tentando un lancio lungo. Anche contro il Palermo l'Inter ha giocato raramente con lanci lunghi a cercare Icardi, ha sempre preferito costruire l'azione giocando in maniera combinativa con i difensori per far salire gli avversari e creare spazi a centrocampo.
LA FASE DI CREAZIONE E FINALIZZAZIONE - E' in questa fase che si sono viste le differenze più significative tra le due gare. De Boer ha lasciato invariata l'ossatura dei tre centrocampisti, ma ha invertito le posizioni di Medel e Banega, consegnando all'argentino le chiavi del centrocampo. A Verona era il cileno ad abbassarsi e a farsi consegnare il pallone dai difensori per creare l'azione offensiva, mentre Banega era lasciato più libero di spaziare e di inserirsi alle spalle degli attaccanti.
Medel era il fulcro centrale del gioco nerazzurro e questa scelta ha influito non poco nella creazione dell'azione offensiva dell'Inter, che è sembrata troppo lenta e prevedibile, mentre Banega rimaneva troppo fuori dalla manovra offensiva. Il cileno non è mai sembrato in grado di dare il cambio di marcia all'Inter, la lentezza permetteva al Chievo di scivolare bene e di chiudere con facilità i tentativi di cambio di gioco da parte dell'Inter. Il pallone arrivava troppo lentamente sulle fasce, che nell'idea di de Boer dovevano essere le vie di sbocco per bucare la difesa clivense, e sia Nagatomo che Candreva si ritrovavano un muro giallo invalicabile ed erano costretti a tornare nuovamente indietro. Il tempo medio per i cambi di orientazione era molto alto, addirittura in alcune occasioni si è arrivato ai 20 secondi, permettendo una facile chiusura agli avversari.
Con il cambio di posizione contro il Palermo, Banega è stato nettamente più incisivo e ne ha giovato l'intera fase offensiva. L'argentino ha effettuato 109 passaggi contro i 64 di Verona ed era costantemente dentro il gioco nerazzurro (130 palloni toccati contro 72), le verticalizzazioni e i cambi di gioco sono stati più immediati, rendendo difficili gli scivolamenti alla difesa rosanero che, soprattutto dopo l'ingresso di Candreva, si è ritrovata spesso in inferiorità numerica sulle fasce.
Non è un caso che l'unica azione pericolosa dell'Inter nella partita contro il Chievo arrivi da un passaggio effettuato con i tempi giusti proprio da Banega: l'argentino si accentra e, complice il buon movimento di Kondogbia che crea un dubbio all'avversario, riesce a trovare lo spazio al centro per Eder, che ha il tempo di controllare e calciare pericolosamente dalla distanza, trovando una bella parata di Sorrentino. A San Siro contro i rosanero l'Inter ha creato tante palle gol e ha più volte sfiorato il vantaggio prima di subire la rete di Rispoli.
DA DOVE RIPARTIRE - Nonostante i risultati non siano confortanti, Frank de Boer ha dimostrato la voglia di dare la sua impronta a questa squadra e un'analisi attenta dimostra che i miglioramenti sono dietro l'angolo e che potrà presto trovare la quadratura del cerchio. Da questo punto di vista l'inserimento di Joao Mario potrebbe essere fondamentale nelle prossime gare: non è da escludere che l'allenatore olandese riproponga lo stesso modulo anche alla ripresa del campionato contro il Pescara, inserendo il portoghese al posto di Medel e lasciando Banega in cabina di regia davanti alla difesa. Da risolvere il problema terzini, che in queste due partite non hanno fornito la spinta offensiva richiesta da de Boer. Santon è stato protagonista di una gara anonima, molto più intraprendente il giovane Miangue. La sensazione è che con il ritorno di Ansaldi dall'infortunio, l'Inter possa fare un ulteriore salto di qualità e regalare tante soddisfazioni ai tifosi delusi.