L’Africa sperimenta l’empirico teorema del lavoro interinale applicato al pallone. Nel singolare ufficio di collocamento del continente nero sono approdati l’italiano Roberto Landi e lo svedese Lars Olof Mattsson. Il primo guiderà la Liberia, lo scandinavo invece la Sierra Leone. Una sola partita, sia ben chiaro: perché dal risultato le federazioni di Monrovia e Freetown valuteranno se approfondire la relazione o fermarsi ai preliminari.
Il 55enne Roberto Landi è stato portiere di Modena, Ravenna e Siena, con esperienze anche nel campionato a stelle e strisce. La passione sconfinata per il calcio, inteso come strumento di conoscenza del mondo, l’ha condotto ad allenare in Georgia, Lituania, Qatar, Scozia e Belgio. In Liberia ci è arrivato per sostituire l’ungherese Bertalan Bicskei, quello che qualche mese fa aveva chiesto addirittura a George Weah di rimettere ai piedi le scarpette bullonate per sopperire alle evidenti lacune tecniche dei suoi giocatori. Bicskei è rientrato di corsa a Budapest per seri problemi di salute. Landi non dovrà farlo rimpiangere alla prossima uscita stagionale, perché in caso di successo diventerà il tecnico dei «Lone Stars» a tutti gli effetti. E l’ungherese pagherà con l’esonero il suo essere cagionevole di salute.
Ancora più assurda la vicenda di Mattsson, allievo di Sven Goran Eriksson. Nelle casse della federcalcio della Sierra Leone non c’è neppure l’ombra di una monetina ferrosa da tempo immemore. Nell’impossibilità di ingaggiare un professionista, il locale ministro dello sport, Paul Kamara, si è inventato una sorta di contratto a gettone. «L’onorario del signor Mattsson è relativo alla singola partita contro il Niger. Per quell’impegno i soldi ci sono. Se in futuro i fondi dovessero mancare rimarrà a casa sua. Vorrà dire che ci arrangeremo in qualche maniera». Sulla scia del «no soldi, non parti», lo svedese percepirà un compenso di 10mila dollari per il disturbo, offerti da un cementificio di Freetown, poi riprenderà l’aereo per Stoccolma rimanendo alla finestra. «A giugno la nostra nazionale tornerà in campo – rammenta il ministro – per quella data ci auguriamo di trovare un altro sponsor». Trattandosi della Sierra Leone Mattsson spera di essere pagato al prossimo giro in diamanti… E a proposito di precari della panchina, si aggiunge nelle ultime ore il nigeriano Stephan Keshi. Anche lui, per una sola volta, guiderà il Togo di Adebayor. Poi la federcalcio di Lomé cercherà seriamente un nuovo allenatore, senza un briciolo di gratitudine. Keshi infatti fu l’artefice della clamorosa qualificazione del Togo ai mondiali del 2006 in Germania, ma venne esonerato alla vigilia della kermesse iridata per essere sostituito dal tedesco Otto Pfister. Casualmente, anche lui con una vita a gettone. Oggi sulla panchina di Trinidad & Tobago.