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  • Kekko dei Modà a CM: "Quando Spalletti mi accolse con un tappeto di fragole scoprii che stava andando via"

    Kekko dei Modà a CM: "Quando Spalletti mi accolse con un tappeto di fragole scoprii che stava andando via"

    • Francesco Guerrieri
    Dura la vita per chi vive a Milano e tifa Napoli. Lo sa bene Kekko dei Modà, che insieme al suo gruppo parteciperà alla 75a edizione del Festival di Sanremo con il brano 'Non ti dimentico'. Ma se deve scegliere tra la sua vittoria e quella della squadra di Conte non ha dubbi: "Di scudetti ne ho già visti tre - racconta nella nostra intervista - preferirei vincere Sanremo perché non è ancora mai successo". Questione di numeri. Anche se non è che quando gli azzurri arrivano a San Siro le cose vadano benissimo, fin dal principio. 

    Prima volta allo stadio?
    "Milan-Napoli: andammo in vantaggio con un gol di Careca, poi perdemmo 1-4. C'era anche Maradona. Mio padre mi metteva il giornale nelle scarpe per proteggermi dal freddo, il Napoli veniva a giocare a San Siro sempre d'inverno".

    Non è stata un granché.
    "Però era bello svegliarsi la domenica mattina con l'idea di andare allo stadio".

    Che ricordi hai di quella partita?
    "Quando segnavano i rossoneri si alzavano tutti in piedi, io mi sentivo piccolo e impotente. Così chiesi a mio padre di andare a vedere una partita a Napoli".

    Ma non è stata lì la prima volta che hai visto Maradona da vicino.
    "Ad Ancona, durante una preparazione estiva del Napoli. Stava firmando autografi, mio nonno si avvicinò e gli disse che eravamo arrivati da Milano; e allora lui mi fece una carezza sulla testa". 

    Ci racconti l'aneddoto in Napoli-Juve con Luigi De Laurentiis?
    "Era una partita di Coppa Italia, finì con tanti gol e alla fine passarono loro, ma quando eravamo in vantaggio il mio amico Luigi De Laurentiis ci portò negli spogliatoi e arrivammo fino alla statua di Diego. Poi ci fece vedere la partita da vicino la panchina".

    Due anni fa hai scattato una foto con Giuntoli.
    "Eravamo in tour a Napoli, la squadra aveva già vinto lo scudetto così mi invitarono a vedere un allenamento; andai insieme a mio padre, Spalletti mi accolse nello spogliatoio con un tappeto di fragole, ma quel giorno scoprii che sia lui che Giuntoli sarebbero andati via".

    Sei un tifoso scaramantico? 
    "Quando mi dicono che vinceremo lo scudetto mi girano le scatole, ma in generale non molto".

    La pazzia più grande che hai fatto per il Napoli?
    "Quando ho compiuto 18 anni ho fatto tutte le partite della stagione, in casa e in trasferta".

    Con chi faresti un duetto?
    "Meret ha la faccia da cantante, ma ogni volta che vedo Rrahmani mi viene in mente Chris Martin dei Coldplay".

    Da milanese senti di più la partita col Milan o con l’Inter?
    "Con il Milan, perché mio fratello è tifoso rossonero e perché con loro a San Siro perdiamo quasi sempre. Ricordo l'esordio di Pato nel 2008, finì 5-2 per loro: da quel giorno non sono mai più andato a vedere un Milan-Napoli allo stadio".

    Hai qualche amico nella rosa di Conte?
    "No, perché dopo che una volta incontrai un mio idolo e non andò bene diciamo che non voglio rompere le scatole a nessuno. Anche se nello spettacolo qualche amico c'è".

    Ce ne dici uno?
    "Per esempio Gianluca Di Marzio, con lui non si parla solo di calcio: l'amico è quella persona che ti manda un messaggio e ti fa una telefonata anche quando le cose non vanno bene".

    La vostra canzone in gara si intitola “Non ti dimentico”, qual è un ricordo legato al Napoli che non dimenticherai mai? 
    "La finale di Coppe Uefa vinta in Germania con papà (2-1 all’andata, 3-3 al ritorno, ndr). Era il 1989, io avrò avuto 11/12 anni e ricordo che siamo andati a Stoccarda in macchina, con la 127. Non dimenticherò mai quella giornata".

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