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    Juventus, Thiago Motta non è Allegri ma ha un obbligo in più: i 200 milioni di mercato da valorizzare

    Juventus, Thiago Motta non è Allegri ma ha un obbligo in più: i 200 milioni di mercato da valorizzare

    • Emanuele Tramacere
    Il terzo 0-0 consecutivo ottenuto dalla Juventusin campionato, sebbene sia arrivato contro un Napoli che ha fatto di tutto per mettere i bastoni fra le ruote alla costruzione della squadra bianconera, sta iniziando a far storcere il naso ai tifosi juventini che rivedono nella squadra di Thiago Motta i fantasmi di quel Massimiliano Allegri che avevano spinto inesorabilmente alla porta nel corso della passata stagione. All'allenatore italo-brasiliano viene contestato un gioco tutt'altro che brillante e che, proprio come l'anno scorso con il livornese in panchina, fatica a produrre il tanto sbandierato gioco offensivo. Eppure fra le due versioni di questa Juve c'è un enormi differenza e un obbligo in più che Motta non può trascurare.

    GIOCO AGLI OPPOSTI - Chi paragona Allegri e Thiago Motta, in realtà guarda solo al risultato
    che, inevitabilmente, avvicina le due Juventus dell'anno scorso e di questo inizio di annata. E anzi, i risultati del tecnico toscano erano addirittura migliori di quelli dell'ex-10 della Nazionale perché, seppur col celebre "corto muso" erano arrivati più punti di questa annata. Quella Juventus era votata incredibilmente alla difesa e improntava la propria produzione offensiva quasi esclusivamente sulle ripartenze. Oggi la Juve, seppur con tante difficoltà, prova a costruire gioco, a tenere il possesso palla, ma oggi resta incredibilmente sterile, la bocciatura di Vlahovic è evidente, soprattutto con le difese che si chiudono bene a copertura della propria porta (il PSV in Champions, ad esempio, ha lasciato spazi che il Napoli non concede). Il gioco in sostanza è agli opposti.

    L'OBBLIGO DI MOTTA - La differenza più importante e che oggi fa un po' rivalutare il lavoro di Allegri ai tifosi è il valore e la composizione dell'organico a disposizione di Thiago Motta. Un anno fa Cristiano Giuntoli chiuse la campagna acquisti per Allegri con il solo acquisto di Weah e un doppio buco a centrocampo creatosi con le squalifiche di Fagioli e Pogba non colmato. Per l''italo-brasiliano, invece, il direttore sportivo ha chiuso un mercato in entrata da 200 milioni di euro, in cui sono stati aggiunti ben 8 nuovi acquisti. 

    LA SVOLTA - La differenza nelle scelte a livello manageriale è evidente, e se Giuntoli ha investito tutto in questo nuovo progetto sportivo, ora tocca a Thiago Motta far fare il salto di qualità in più alla sua Juventus. Perché se il cambiamento non può essere immediato e se ci vorrà tempo per imporre al 100% le idee di gioco che oggi appaiono appena accennate, allo stesso tempo per la Juventus non può essere trascurato ciò che da sempre le appartiene nel dna. Quel "vincere è l'unica cosa che conta" e che Allegri, a modo suo e senza divertire, aveva ben chiaro in mente.

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