Calciomercato/Getty
Juventus, l'ossessione non è per la vittoria ma per salvare Motta: Giuntoli deve correre ai ripari
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Correre ai ripari per rimediare alle tante, troppe scelte poco illuminate del roboante calciomercato estivo. La Juventus ha poco tempo a disposizione – meno di un mese – per correggere la rotta della sua stagione e la conformazione di un organico che, dopo i primi sei mesi della nuova gestione di Thiago Motta non ha confermato le grandi aspettative create forse più dalla quantità di denaro movimentata e dall'investimento complessivo vicino ai 200 milioni di euro che dalla sostanza delle operazioni in sé. Tanto in entrata quanto in uscita. E' cambiato l'allenatore e con lui la filosofia di gioco rispetto al ciclo di Massimiliano Allegri, sono cambiati molti interpreti all'interno della rosa, ma i bianconeri ad oggi non sono competitivi per partecipare alla corsa Scudetto. E, proseguendo il trend delle ultime settimane – una sola vittoria nelle ultime sei giornate di campionato, con ben 5 pari – rischiano di rimettere in discussione il proprio piazzamento Champions League in vista della stagione che verrà.
JUVE, TUTTI I PUNTI DI UN FLOP ANNUNCIATO
Un obiettivo troppo importante per prestigio e prospettive economiche del club, che costringe la sua dirigenza ed in prima persona il responsabile dell'area tecnica Cristiano Giuntoli ad intervenire in maniera significativa. I gravi infortuni occorsi a Bremer e Cabal impongono l'individuazione a stretto giro di posta di due sostituti di livello, mentre le difficoltà ad esprimersi di alcuni calciatori e, più in generale, una fase offensiva non sempre all'altezza stanno provocando riflessioni sulla possibilità di stravolgere pure il reparto d'attacco. La sensazione che sta prendendo sempre più piede è che, alla mancanza di ossessione per la vittoria professata a parole da Thiago Motta inizi a corrispondere una certa premura da parte dei vertici societari di cambiare qualcosa per impedire che la situazione precipiti. Se la conquista di un titolo non pare rappresentare una priorità, al momento, nel percorso avviato dall'allenatore italo-brasiliano (presa di posizione che ha generato subbuglio nella tifoseria), per la società Juventus diventa un'ossessione non fallire l'obiettivo minimo della Champions League.
VLAHOVIC E' UN PROBLEMA, SCAMBIO CON KOLO MUANI?
E così i 50 milioni di euro spesi e sin qui non ripagati dalle presenze e dalle prestazioni di Douglas Luiz, i circa 60 per la versione sbiadita di Koopmeiners, lo strano avvicendamento in porta tra Szczesny e Di Gregorio, le rinunce a suon di milioni a De Sciglio, Rugani, Chiesa e prossimamente a Danilo, finendo con la scelta deliberata di non puntare su un vice di Vlahovic ora presentano il conto. Salatissimo e tutto assieme. Non potendo mettere platealmente in discussione solo e soltanto l'operato dell'allenatore dopo appena 6 mesi dalla sua nomina, a finire sul banco degli imputati è dunque la dirigenza e la figura di Cristiano Giuntoli. Sotto osservazione ma al tempo stesso artefice del suo destino, da provare a ribaltare con una terapia d'urto sul mercato, che passa anche da quelle cessioni – Fagioli, lo stesso Douglas Luiz o un sacrificio necessario come Mbangula? - che sono già in ritardo sulla tabella di marcia. Non c'è altra strada per non sprofondare nel baratro e cestinare dopo poco tempo un progetto partito con grandi aspettative e improvvisamente ingarbugliatosi su se stesso.
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JUVE, TUTTI I PUNTI DI UN FLOP ANNUNCIATO
Un obiettivo troppo importante per prestigio e prospettive economiche del club, che costringe la sua dirigenza ed in prima persona il responsabile dell'area tecnica Cristiano Giuntoli ad intervenire in maniera significativa. I gravi infortuni occorsi a Bremer e Cabal impongono l'individuazione a stretto giro di posta di due sostituti di livello, mentre le difficoltà ad esprimersi di alcuni calciatori e, più in generale, una fase offensiva non sempre all'altezza stanno provocando riflessioni sulla possibilità di stravolgere pure il reparto d'attacco. La sensazione che sta prendendo sempre più piede è che, alla mancanza di ossessione per la vittoria professata a parole da Thiago Motta inizi a corrispondere una certa premura da parte dei vertici societari di cambiare qualcosa per impedire che la situazione precipiti. Se la conquista di un titolo non pare rappresentare una priorità, al momento, nel percorso avviato dall'allenatore italo-brasiliano (presa di posizione che ha generato subbuglio nella tifoseria), per la società Juventus diventa un'ossessione non fallire l'obiettivo minimo della Champions League.
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E così i 50 milioni di euro spesi e sin qui non ripagati dalle presenze e dalle prestazioni di Douglas Luiz, i circa 60 per la versione sbiadita di Koopmeiners, lo strano avvicendamento in porta tra Szczesny e Di Gregorio, le rinunce a suon di milioni a De Sciglio, Rugani, Chiesa e prossimamente a Danilo, finendo con la scelta deliberata di non puntare su un vice di Vlahovic ora presentano il conto. Salatissimo e tutto assieme. Non potendo mettere platealmente in discussione solo e soltanto l'operato dell'allenatore dopo appena 6 mesi dalla sua nomina, a finire sul banco degli imputati è dunque la dirigenza e la figura di Cristiano Giuntoli. Sotto osservazione ma al tempo stesso artefice del suo destino, da provare a ribaltare con una terapia d'urto sul mercato, che passa anche da quelle cessioni – Fagioli, lo stesso Douglas Luiz o un sacrificio necessario come Mbangula? - che sono già in ritardo sulla tabella di marcia. Non c'è altra strada per non sprofondare nel baratro e cestinare dopo poco tempo un progetto partito con grandi aspettative e improvvisamente ingarbugliatosi su se stesso.
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Vattene Giutoli. Puoi andare.........