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    Juventus, mercato da scudetto e da anti-Inter. "Giovani e sostenibilità"? Giuntoli ha panchinato il diktat di Elkann

    Juventus, mercato da scudetto e da anti-Inter. "Giovani e sostenibilità"? Giuntoli ha panchinato il diktat di Elkann

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Il mercato della Juventus è importante e serio. Serissimo. L’unica cosa buffa è lo slogan di qualche tempo fa. Doveva essere “giovani e sostenibilità”, cit John Elkann la notte della Coppa Italia. Invece i giovani se ne vanno e la sostenibilità economica anche. Ma si prospettano gioco e giocatori per tenere il duello scudetto con l’Inter ben oltre il girone d’andata, come successo nell’ultima stagione.

    I piccoli della Next Gen servono per pagare i grandi della prima squadra. Si è capito subito con Douglas Luiz che ha avuto valutazione alta (50 milioni), ma ammorbidita da Iling jr e Barrenechea, i ragazzi che lasciano a Torino plusvalenze sane quanto il progetto Next Gen degli anni più recenti. L’argentino maturato a Frosinone sarà sempre un giocatore affidabile, ma forse nulla più dello standard medio. Più vivace e originale potrebbe invece rivelarsi la traiettoria dell’inglese, non a caso titolare nella finale di Coppa Italia. 



    A proposito di Coppa Italia, quella notte la resa dei conti tra Allegri e Giuntoli ha opacizzato il contenuto tecnico dell’allenatore esonerato in anticipo, malgrado un trofeo conquistato “perfino alla fine” (a proposito di slogan). Invece adesso i segnali di sinergia con Thiago Motta sono evidentissimi. Perché su alcuni giocatori si può comunque discutere, ma sul salto in alto a centrocampo no. Con tutto il rispetto che meritano Locatelli, Fagioli, Miretti, McKennie, Nicolussi e compagnia, il nuovo trio composto da Douglas Luiz, Thuram jr e Koopmeiners (se arriverà ndr.) promette di elevare sia il rendimento individuale sia il collettivo. E siccome il gioco lo fanno i giocatori, soprattutto a centrocampo, si vedrà una squadra sicuramente più piacevole rispetto al passato.

    Thiago Motta ci mette il gioco, Giuntoli i giocatori. La nuova Juve sta crescendo quasi ad altezza Inter. Quasi. L’efficacia di alcuni cambi (per esempio Di Gregorio in porta e forse anche Sancho al posto di Chiesa) sarà meglio valutarli da Ferragosto in poi, per passare dalla teoria alla pratica oppure sulla carta e sul campo. L’esperienza raccomanda prudenza di giudizio. Ma il mercato al momento balbettante di Milan e Roma fa pensare che le alternative più vicine all’Inter siano Juventus e Atalanta. Poi, però, visto che milioni e campioni non sono chiacchiere, il trasferimento di Koopmeiners in bianconero potrebbe lasciare campo aperto ai bianconeri, nella rincorsa scudetto.

    La parola “scudetto” fa passare tutto in secondo piano. Anche le spese, che pure nessuno ormai si azzarda a definire “folli”. Tutt’altro. Ragionate? Sì. Fanno comunque impressione. Tra Di Gregorio, un difensore centrale (Todibo?), un terzino (Cancelo?), i tre centrocampisti sicuramente in arrivo, più Sancho in attacco e probabilmente un vice Vlahovic, la Juventus chiuderà la campagna acquisti spendendo circa 250 milioni. Quanti saranno compensati dalle cessioni? Al massimo 150 e spiccioli. Dipenderà dai ricavi sui giovani tipo Huijsen e Soulé, variabili più di Chiesa che invece, a un anno dalla scadenza contrattuale, può ragionevolmente passare di mano a una ventina di milioni, non molto di più. .

    Poi ci sarà la gestione dei fuori rosa McKennie e Arthur, più Milik, Rugani e probabilmente De Sciglio. Ci penserà il direttore sportivo Giuntoli, che nel 2018 fu assai sbrigativo con De Guzman al Napoli. In ogni caso i fuori rosa hanno il destino segnato, lo testimonia pure il Bonucci di un’estate fa, e sono secondari rispetto a un’impressione netta, evidente, indiscutibile: la nuova Juve ha ricominciato a investire. Finirà il mercato a meno 100 e tornerà ragionevolmente a inseguire l’Inter. Con il gioco e soprattutto i giocatori. Con John Elkann che quando annunciò “giovani e sostenibilità” chissà se ci credeva davvero.

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