L'ad Beppe Marotta parla del progetto vincente Juventus, riconoscendo grandi meriti al presidente bianconero Andrea Agnelli. 

 

"Bisogna fare una retrospettiva storica e tornare agli anni '90 quando la leadership era sicuramente del calcio italiano - spiega Marotta, ospite della redazione del Corriere dello Sport -. Oggi lo scenario di riferimento è completamente diverso, nel senso che quello che era un fenomeno italiano degli anni '60 cioè il mecenatismo, definiamolo così, oggi appartiene a società come il Manchester City che hanno la possibilità di investire, come hanno fatto in questi 2/3 anni, centinaia di milioni nella campagna di rafforzamento. In Italia non c'è ciò o quantomeno si è modificato anche in coloro i quali hanno investito negli ultimi anni e di conseguenza credo che sia uno scenario ancora una volta dove l'Italia non può essere leader ma deve, attraverso dei modelli, - concorrere. Credo, però che il divario ci sia ancora e lo si evince soprattutto dai fatturati". 

 

"Sicuramente un nostro motivo di orgoglio è quello di aver creato un modello che oggi definiamo vincente. Devo dire che questo è cominciato innanzitutto con il ritorno alla presidenza di un Agnelli che, quindi, ha dato immediatamente una grande forza di appartenenza. Era la volontà della famiglia quella di ritornare protagonisti proprio nella gestione della società", aggiunge Marotta.