Impensabile: mentre il vecchio Balo, tra applicazione e tanti gol, nasce a seconda vita nel clima effimero di Nizza, nel grigio e nel freddo di Torino nasce il caso Dybala, accusato dalla Juve d’essere un po’ Balo. Come scrive il Corriere della Sera, sostanzialmente avremmo un Dybalotelli. Dice Nedved: gli consiglio di sacrificarsi nella vita privata. Dice Allegri: io sono un allenatore, non un cane da guardia. Dice Marotta: Paulo deve trovare la conciliazione tra persona e personaggio. È un po’ tutto criptato, della serie si dice il peccatore ma non il peccato. Ma proprio per questo dobbiamo aspettarci presto molte rivelazioni, molti appostamenti, molti spioni. In quanto a perdizione, Torino non è esattamente Milano e tanto meno Roma. Non risulta, facendo esempi, un Hollywood dove puntare la domenica notte per spiattellare in giro il notturno dei Vieri e degli Inzaghi, all’epoca d’oro. Ma inevitabilmente, da Maradona fino a Dybala, nella storia del calcio bynight le congetture finiscono sempre lì: disco, donnine, alcol, amicizie. Ricordando il Dybala spensierato e bambino visto finora in Italia, viene difficile immaginarlo in chissà quali baccanali. Più facile immaginarlo mentre monta il sottomarino del Lego. Ma non bisogna fermarsi ai luoghi comuni: se Nedved e Allegri e Marotta parlano in un certo modo, qualche motivo devono averlo. Anche volendo togliere la tara del metro disciplinare bianconero, così rigoroso, così calvinista, difficile che Dybala venga richiamato pubblicamente per due gianduiotti fuoripasto. Come nuovo Messi, gli conviene subito farci sopra un ragionamento. Se riesce a perdersi nella notte di Torino, pensa il giorno che dovesse finire a Parigi o a Barcellona.