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  • Juventus-Inter, la svolta a fine primo tempo: la ricostruzione di cosa è successo nello spogliatoio bianconero

    Juventus-Inter, la svolta a fine primo tempo: la ricostruzione di cosa è successo nello spogliatoio bianconero

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    Un segnale evidente, un cambiamento netto. La Juventus del secondo tempo ha mostrato un volto completamente diverso, come se una scossa avesse trasformato la squadra. Non è stato Thiago Motta a scuotere i muri dello spogliatoio, ma sono stati gli stessi giocatori – in primis – a rendersi conto che serviva una svolta, che potevano e dovevano fare molto di più. È stata questa consapevolezza, più che le indicazioni tattiche, a deludere l’allenatore nella prima parte del match e, al tempo stesso, a renderlo orgoglioso nella ripresa.

    LA REAZIONE - Quando tutti si aspettavano cambi di formazione, la Juventus ha trovato la forza dentro di sé, quasi come fosse il risultato di un processo interiore. La convinzione che nasce dall’interno è la più potente, capace di cambiare il corso della gara semplicemente modificando l’atteggiamento. "Abbiamo avuto troppo rispetto per l’avversario", ha spiegato Thiago Motta dopo la partita, riferendosi alla prima frazione di gioco. Il rispetto va bene, ma non deve mai trasformarsi in timore. Bisogna saperlo affrontare, aggirarlo e superarlo.

    NEGLI SPOGLIATOI - Quando Motta ha ritrovato i suoi uomini negli spogliatoi, probabilmente ha ribadito un concetto chiave di questa stagione: se la Juventus non può imporsi con l’esperienza, deve farlo con intensità, forza fisica, dinamismo e un pizzico di spregiudicatezza. Dopo tre vittorie consecutive, ritrovare questa energia poteva sembrare naturale, ma non era affatto scontato. Questo è il segnale più evidente che qualcosa è davvero cambiato. E potrebbe rappresentare un punto di svolta definitivo.

    LE PAROLE - "Questi ragazzi hanno una grande voglia di fare", ha sottolineato Motta in conferenza stampa. Poi ha aggiunto: "Ancora una volta abbiamo sofferto emotivamente, soprattutto in casa". I giocatori si sono guardati negli occhi e hanno capito che così non sarebbe bastato. Così, hanno deciso di alzare il livello dell’agonismo e dell’intensità per affrontare una partita fondamentale. Il confronto all’intervallo è stato netto e diretto: la Juventus sapeva di essere stata graziata nel primo tempo e non voleva sprecare l’opportunità di raddrizzare la gara. Thiago Motta lo ha detto senza mezzi termini: "Così non è abbastanza per vincere, dobbiamo lottare su ogni pallone".

    ABBASSARE LE BRACCIA - Anche Nico Gonzalez ha confermato questa svolta mentale: "Nella ripresa abbiamo capito il gioco, volevamo il possesso del pallone. Non dobbiamo abbassare le braccia". Un’espressione spagnola che significa non arrendersi, non smettere di combattere. Ed è proprio quello che è accaduto. Una rivoluzione dettata dalla volontà, un cambio di rotta che ha permesso alla Juventus di scoprire la propria forza nel momento di maggiore difficoltà. Perché è così che nascono le squadre vincenti.


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