Juventus, il messaggio di Thiago Motta a Dusan Vlahovic è chiaro: l’esperimento in allenamento
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E poi c’è il bastone che prende la forma di una bocciatura pesante. Come quella sostituzione al 45’ di Juventus-Napoli che più di qualche dubbio ha lasciato, più per le alternative che per la scelta in sé, vista la partita fin lì giocata dal numero 9. Oltre la superficie, però, c’è altro: c’è il lavoro che si sta svolgendo alla Continassa e che ha un obiettivo, sbloccare Dusan Vlahovic ma, soprattutto, sbloccare la fase offensiva, fin qui vero interrogativo della squadra allenata da Thiago Motta.
Tagliando corto, le strade sono due. La prima è lavorare insieme, costruire l’amalgama che per forza di cose nelle prime uscite stagionali è risultata grumosa, imperfetta. Nel pacchetto offensivo, i titolari Nico Gonzalez e Teun Koopmeiners sono arrivati solo nell’ultima fase di mercato e, inoltre, l’argentino non ha potuto sfruttare la prima pausa nazionali per lavorare con il resto del gruppo. Arriverà l’intesa, la conoscenza profonda dei movimenti dei compagni, il lubrificante che fa funzionare gli ingranaggi con il giusto tempismo. E allora arriveranno anche le occasioni da gol, e allora toccherà a Dusan Vlahovic lasciarsi alle spalle i rimpianti e collezionare le esultanze.
La seconda strada, quella che si sta iniziando a praticare dalle parti della Continassa, aumenta la concorrenza e fa correre a Vlahovic il rischio di essere escluso e guardare le partite dalla panchina. C’è vita oltre Milik, il messaggio di Thiago Motta è che anche altri effettivi in rosa possono ricoprire quel ruolo al centro dell’attacco. Uno su tutti, Kenan Yildiz che in questi giorni è stato provato da riferimento centrale di un attacco certamente meno fisico, ma più tecnico e imprevedibile. Un Yildiz alla Zirkzee – con le dovute differenze -, per una Juve più simile al Bologna dei miracoli – ancora, con le dovute differenze -, uno scenario che può far preoccupare Vlahovic, o stimolarlo. Dipende da lui.