
Juventus, Danilo è il simbolo di tutto quello che è cambiato
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Non serve essere accaniti retroscenisti, non serve scavare dietro le quinte per capire quella che è a tutti gli effetti un’evidenza: Danilo, in questo momento, è scivolato dietro nelle gerarchie di Thiago Motta. Nelle prime tre partite di questa stagione, il difensore brasiliano ha giocato uno spezzone di 5 minuti alla seconda contro l’Hellas Verona; 0 minuti contro il Como al debutto e 0 contro la Roma. Una bella differenza con l’anno scorso quando Danilo è stato il settimo calciatore bianconero per minutaggio con 2.901’ in campo. 270 minuti – sempre titolare e sempre in campo per tutto il match -, dopo le prime 3 dell’anno scorso, contro Udinese, Bologna e Empoli.
Adesso la domanda che sorge spontanea: perché Danilo è sceso nelle gerarchie della Juventus? La risposta è molto semplice: nelle idee di Thiago Motta c’è chi merita di più, al di là dell’esperienza o di quello che dice la carta d’identità. Allo stesso tempo, questa è la fotografia del momento ed è tutt’altro che un monolite immutabile. Per il difensore brasiliano – ricordiamolo, tra gli ultimi ad arrivare a Torino in estate e reduce da un’esperienza con il Brasile logorante dal punto di vista fisico e mentale -, ci sarà da lavorare tra le mura della Continassa, con la consapevolezza che non sono i gradi conquistati nelle passate stagioni a garantire un posto, ma solo il qui e ora. Insomma, anche i leader devono mettersi in gioco e ripartire da zero: è la rivoluzione di Thiago Motta, dove nulla è scontato ed è il merito a dettare ogni scelta.
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