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Juve come l'Inter 2009: Agnelli faccia come Moratti, quando prese Eto'o
Non si offendano i tifosi più oltranzisti di Juventus e Inter, ma la Juve attuale in un certo senso assomiglia all'Inter delle stagioni 2006-07, 2007-08 e 2008-09. Quella squadra, condotta per i primi due anni da Roberto Mancini e per la terza delle stagioni prese in considerazione da José Mourinho, dominava in Italia ma faticava a fare il fatidico salto di qualità in Champions League, dove fu eliminata, nell'ordine, da Valencia, Liverpool e Manchester United.
Poi, nell'estate del 2009, arrivò la svolta, dettata e indirizzata dalle parole di José Mourinho, il quale avvertì Massimo Moratti: per vincere in Europa occorrono grandi giocatori. Detto fatto: in quella sessione di mercato arrivarono Eto'o, Milito, Sneijder, Thiago Motta e Lucio. Un grande mercato, portato a termine oltretutto senza grosse spese, visto che in larga parte fu finanziato dalla principesca cessione di Ibrahimovic al Barcellona per 50 milioni più Eto'o, valutato circa 20 milioni, senza dubbio il miglior colpo di mercato di sempre nella storia dell'Inter, per dimensioni economiche e valori tecnici in ballo. E, soprattutto, per i risultati che portò, visto che nella stagione 2009-10 i nerazzurri allo Scudetto e alla Coppa Italia aggiunsero la conquista dell'agognata Champions League.
Ora, premesso che la Juventus al momento non ha ancora vinto il suo secondo scudetto di fila (anche se è molto vicina a farlo), nè è stata ancora eliminata dalla Champions (anche se per ribaltare il 2-0 rimediato all'Allianz Arena servirà una grandissima impresa), la fotografia della situazione attuale dei bianconeri, in rapporto alla Champions League, è quella scattata ieri sera da Antonio Conte, un'istantanea che assomiglia molto a quella dell'Inter 2009: "Complimenti al Bayern, per noi è una lezione per capire la distanza dalle big. Questa era un'opportunità per capire a che punto siamo arrivati e bisogna comprendere che i grattacieli non si costruiscono da un giorno all'altro".
La logica conseguenza delle parole pronunciate ieri sera dal tecnico bianconero è che, per completare la costruzione del grattacielo bianconero, sia necessario fare un grande mercato durante la prossima estate, un tema d'altra parte già affrontato dal tecnico bianconero nelle ultime settimane. Solo così la Juventus potrà colmare il gap al momento esistente fra i campioni d'Italia e le big d'Europa: Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid, senza trascurare Manchester United, Paris Saint Germain e Manchester City.
Dato per scontato che il desiderio e la volontà di Conte di migliorare la squadra e rinforzarla (soprattutto in attacco) esistano, e in questo il parallelo con il Mourinho del 2009 è pertinente, resta ora da verificare se la società Juventus sia disposta ad assecondare e seguire la volontà del suo tecnico, come fece l'Inter in quel fatidico (per la sua storia) anno. Certo, in quattro anni le condizioni economiche del nostro calcio rispetto alla concorrenza europea sono peggiorate e oggi per un club del nostro Paese è molto più difficile (se non impossibile) realizzare un mercato come quello dell'Inter nell'estate del 2009. Ma, come ricordavamo sopra, quel mercato passò anche attraverso la cessione di Ibra, che quando fu effettuata fece storcere il naso a non pochi fra addetti ai lavori e tifosi nerazzurri, per poi risultare vincente.
Si tratta quindi più che altro di volontà, di strategie e di scelte azzeccate o meno, oltre e forse più ancora che di disponibilità economica. Ricordiamo, ad esempio, che per la trattativa Ibrahimovic-Eto'o fu Massimo Moratti a muoversi in prima persona per trattare con l'allora presidente del Barcellona, Joan Laporta. Ecco, forse per il salto di qualità europeo, alla Juventus servirebbe anche, accanto a un Beppe Marotta e a un Fabio Paratici, un Andrea Agnelli protagonista in prima persona per le maggiori operazioni di mercato. Per convincere un grande attaccante straniero a vestire la maglia bianconera, la presenza di un Agnelli al tavolo delle trattative forse avrebbe un peso diverso rispetto a quella, pur importante, dell'ad e del ds. Non fu forse l'Avvocato Gianni Agnelli a portare Michel Platini a Torino, scavalcando la volontà di Giampiero Boniperti, che avrebbe voluto confermare Liam Brady? Ecco, per una Juve europea è arrivato il momento di avere un presidente più forte anche sul mercato.