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  • Juventus: cambi, mercato o ossessione? La differenza fra Thiago Motta e Allegri è (anche) nei finali

    Juventus: cambi, mercato o ossessione? La differenza fra Thiago Motta e Allegri è (anche) nei finali

    • Emanuele Tramacere
    La sconfitta subita dalla Juventus nella semifinale della Supercoppa Italiana giocata a Ryiad e persa 2-1 contro il Milan ha inevitabilmente lasciato grossi strascichi in casa bianconera e sta cambiando la narrazione del progetto juventino. Progetto iniziato in estate con l'arrivo a Torino di Thiago Motta al posto di un Massimiliano Allegri che aveva chiuso la stagione con un terzo posto Champions e con la vittoria (diventata a più riprese virale per il suo post partita) della Coppa Italia e che è valsa proprio la qualificazione a questo torneo. Il ko fa male non tanto per il risultato in sé, ma per come è arrivato e per come si è inserito in una serie di risultati negativi che vedevano già in leggera difficoltà l'allenatore italo-brasiliano. Una rimonta con un gol subito negli ultimi 15 minuti di gara che non è purtroppo una novità e che segna una grossa linea di demarcazione con la gestione Allegri. Ma a cosa è dovuta?

    I GOL SUBITI NEGLI ULTIMI 15 MINUTI - Partiamo però dai numeri perché il dato, paragonato alla passata stagione è comunque importante. Il dato dei gol subiti negli ultimi 15 minuti di gara, quindi dal 75esimo, in poi dicono che ad oggi, in 26 partite (18 di Serie A, 1 di Coppa Italia, 6 di Champions League e 1 di Supercoppa) la Juventus di Thiago Motta ha incassato 7 reti, 1 in più di quanto fatto dai bianconeri con Allegri in panchina nell'intera passata stagione (6). Mettendo allo stesso livello le due stagioni, e quindi fermandoci soltanto alla giornata 18 di Serie A e senza considerare la Champions League, il dato è ancora più eloquente dato che è di 6 contro 2.

    LE RIMONTE - Ciò che però è ancora più importante è sottolineare come questi gol subiti nell'ultima frazione di gara abbia poi portato a tanti punti persi perché coincisi non solo con delle sconfitte come quello subito dallo Stoccarda in Champions League,  ma anche con delle rimonte dal punto di vista dei risultati che hanno depauperato un vantaggio iniziale. È successo ad esempio contro il Cagliari (gol all'88'esimo di Marin su rigore per l'1-1), contro il Lecce (gol di Rebic al 93esimo per l'1-1), contro il Venezia (gara finita 2-2, ma con il gol del 2-1 di Idzes subito all'83esimo), contro la Fiorentina (2-2 di Sottil all'87esimo) e infine nella già citata Supercoppa (autogol di Gatti al 75esimo che è valso il 2-1 finale). Allegri un anno fa subì soltanto due rimonte, contro Atalanta (gol di Koopmeiners al 75esimo) e con il Napoli (Raspadori per il 2-1 all'88esimo).

    OSSESSIONE, MERCATO O CAMBI? - Di fatto quel "Fino alla fine" che è stato a lungo mantra per la società bianconera, quest'anno si è perso, ma le motivazioni possono essere diverse e differenti.
    • Il mercato, innanzitutto. Giuntoli ha garantito a Thiago Motta un'autentica rivoluzione, ma considerando anche i tanti infortuni, oggi la squadra è sicuramente incompleta. Il ko di Bremer è fondamentale e ha svoltato in negativo la fase difensiva. Manca un vice-Vlahovic e in fascia c'è solo un vero titolare, Cambiaso (anche lui spesso infortunato).
    • I cambi. Una rosa incompleta porta Thiago Motta a dover attingere dalla panchina a forze che spesso non hanno portato miglioramenti all'11 titolare. Quelli fatti in Supercoppa sono i più evidenti, con l'uscita di un pur rivedibile Vlahovic al 65esimo che ha squilibrato l'intera squadra, ma non sono gli unici.
    • L'ossessione. Infine c'è la testa e quell'ossessione per la vittoria che lo stesso Thiago Motta rifugge in conferenza stampa. L'allarme lanciato dall'allenatore nell'immediato post-partita non è però soltanto legato a sé stesso (la frase è diventata virale e sta dividendo il popolo bianconero), ma anche ai suoi giocatori: "non siamo stati capaci di reagire nel modo giusto per poter competere fino alla fine, ci vuole più carattere e dobbiamo fare un salto di qualità mentale".
    Tre punti che si possono alternare, che probabilmente sono tutti concatenati e che oggi stanno rendendo impari il confronto con la passata stagione. Perché sì, anche Allegri non ha avuto praticamente un mercato degno di questo nome, ha spesso e volentieri cambiato in corsa le sue scelte in positivo e infine non si è mai nascosto inculcando nei suoi giocatori addiruttura la possibilità, almeno fino a gennaio, di giocarsela alla pari con l'Inter poi scudettata. La differenza fra le due gestioni è anche qui, nei finali di partita.

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    Ron Jon
    Ron Jon

    Non amo Allegri però c’è da dire che ad oggi tra i due non può proprio sussistere un paragone. Co...

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