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    Juventus-Atalanta: lo sgomento dello Stadium fra santini di Allegri, il gol "chiesto" a Vlahovic e la protesta a mani in tasca di Motta

    Juventus-Atalanta: lo sgomento dello Stadium fra santini di Allegri, il gol "chiesto" a Vlahovic e la protesta a mani in tasca di Motta

    • Davide Bernardi
      Davide Bernardi
    Nelle orecchie, ancor più dei cori di contestazione che sono partiti presto, addirittura al 35’ quando la curva ha iniziato a urlare “Rispettate i nostri colori” e tutto il resto dello stadio ha iniziato ad applaudire. Ancor più dei fischi, che a dirla tutta sono partiti anche prima dei cori, quando al 18’, all’ennesimo possesso tenuto tra i piedi da Di Gregorio, lo stadio ha appunto iniziato a fischiare di disappunto. Ancor più di questi picchi sonori dicevo, quel che mi rimane nelle orecchie di questo Juventus-Atalanta è quel melmoso e disorientato brusio che si è diffuso nel 2°T allo Juventus Stadium. Tra il secondo gol di De Roon e il terzo di Zappacosta, in quei 20 minuti precisi, dal 46’ al 66’, lo Stadio non sapeva che provare, tanto era lo sgomento. Ognuno ha reagito a modo suo: c’è chi ha invocato le dimissioni di Thiago Motta, chi ha dato la colpa alla dirigenza, chi ha insultato questo giocatore piuttosto che quell’altro. C’era sgomento.

    C’era sgomento perché si è capito presto appunto che si sarebbe prospettata la peggior sconfitta nella storia dello Stadium, una sconfitta che per trovarne un precedente simile, bisogna tornare indietro 58 anni.  C’era sgomento e anche disorientamento, perché la Juve è passata dal piattume, che troppe volte ha mostrato nella prima parte di stagione, quella del “un punto alla volta”, è passata da quell’apatia lì, al tutto in 15 giorni: due eliminazioni dalle coppe, 5 vittorie consecutive e primo posto a -6, fino appunto alla più grave delusione in casa. 

    Tra chi protestava a un certo punto c’è stato anche un ragazzo che ha esposto un effige di Max Allegri, santificato, con la didascalia: OVUNQUE PROTEGGICI.  E per dirla come l’avrebbe detta appunto Max, la squadra ancora una volta non ha saputo reagire all’imprevisto, perché se quel rigore ti fa arrabbiare, tanto che Cambiaso all’arbitro Sozza continua a dire: “ma l’ha spinto, l’ha spinto”, riferendosi all’influenza di Djimsiti su Mckennie, prima che l’americano tocchi la palla con le mani. Se quel rigore ti fa arrabbiare, tanto che in panchina Thiago si mette a saltare con le mani lungo i fianchi dicendo al IV uomo: devo ancora vederlo un giocatore che salta con le mani in tasca. Dicevo se quel rigore ti fa arrabbiare, l’approccio al secondo tempo, se sei la Juve, non può essere quello di una squadra che prende gol dopo cinquanta secondi.

    Ecco dal campo, la sensazione chiara e netta è che la partita sia finita qui, la Juve e Thiago Motta hanno provato ad alzare il ritmo per riprenderla un paio di minuti, salvo poi abbandonarsi all’intensità di Gasperini, che in una serata magica, ha trovato anche l’occasione per abbracciare Lookman. L’allenatore della Dea, dopo il 4-0 sostituisce l’attaccante e una volta che gli è a tiro, con un gran sorriso gli dice ironicamente: “Ade non mi salutare, non mi salutare Ade”, prima di stringersi in un abbraccio che fa bene a tutto il gruppo.

    Mentre dall’altra parte, sul 3-0 era entrato Vlahovic. Thiago gli chiede: “Un gol, un gol, un gol dobbiamo fare”, sempre nella speranza di riaprire la partita, ma il serbo è sfortunatissimo in questo suo momento no, alla prima palla toccata scivola e da terra vede Lookman fare il 4-0. Ade manda all’inferno la Juve.

    E il serbo è protagonista anche poco dopo, quando l’Atalanta si concede il lusso di toreare a Torino la Juve, sotto gli olè dei propri tifosi. In quel momento mancano pochi minuti alla fine, anche dopo un breve colloquio in mezzo al campo, la juve è bassa non pressa più alto, probabilmente vuole evitare che la serata finisca anche peggio di così. Ma Vlahovic vuole a tutti i costi interrompere la ola dell’Atalanta e urla ai suoi compagni perché lo aiutino nell’intento. Lo segue solo Locatelli e la Dea rischia di nuovo di arrivare in fondo per fare anche il quinto.

    E’ il punto più basso della gestione Motta: lo stadio che ha contestato, anche pesantemente, nel secondo tempo, ora è praticamente vuoto. La curva ha lasciato dietro la porta di Di Gregorio un buco enorme, impossibile da non vedere. Ironicamente i tifosi hanno scoperto i seggiolini in cui è raffigurata una delle stelle dello Stadium. Peccato che ieri sera sulla Juve e Thiago Motta non abbia smesso un secondo di piovere.

    Il BordoCam integrale di Juventus-Atalanta sarà disponibile domani sull’app di DAZN.

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    ma che sgomento gli ultras sono andati a tifare contro la juve ieri in una partita che doveva ess...

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