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Juventus, Allegri: 'Avevamo pensato a Cassano. Dybala deve ancora crescere'
Sulla squadra: "È un gruppo eccezionale, come si è visto nella sfida con il Napoli, quando i ragazzi hanno fatto tirare il rigore a Pepe, un ragazzo che ha sofferto tanto ma che si è fatto sempre trovare pronto".
Sui tifosi contro ad inizio stagione: "Ora fa un effetto strano sentire certi cori, ma per me è stato uno stimolo. Sono arrivato alla Juventus all'improvviso, dopo tre anni straordinari con Conte".
Sulla finale di Champions con il Barcellona: "Cerco di pensarci poco ora, non è una partita difficile da preparare: è una finale ed il gioco del Barça è diverso dalle altre, anche se ha un palleggiatore in meno al mezzo al campo. Ha tre giocatori davanti straordinari ed attacca più la profondità, con Suarez che gioca come centravanti".
Sulla Coppa Italia: "Era importante vincere la Coppa Italia, la Juventus ci teneva tantissima. La semifinale a Firenze è una delle gare da ricordare, una partita decisiva di questa stagione".
Su Morata, Tevez e Buffon: "Alvaro è un testone, ma diventerà un grandissimo giocatore. E' già grande, ma è sulla strada per diventare grandissimo. Tevez ha raggiunto livelli straordinari, ma quello che mi ha impressionato di più di lui è l’impatto caratteriale. Per Buffon, invece, sono finiti gli aggettivi. Ma tutto il gruppo è stato straordinario. Le partite chiave sono state le trasferte a Firenze, Dortmund e Napoli".
Sul possibile arrivo di Cassano a gennaio: "Con Antonio ogni tanto mi sento. Era il periodo in cui stava andando via Giovinco e noi stavamo riflettendo su chi ci poteva essere utile. È vero, avevamo pensato a lui. Quando pensi a un giocatore di qualità, non puoi non pensare anche a Cassano".
Sul Milan: "Al di là delle rivalità sportive, devo riconoscere che ho passato tre anni e mezzo splendidi in rossonero, raggiungendo grandi risultati. Rappresentano una parte importante della mia carriera, come Cagliari. Credo che l’anno prossimo il Milan tornerà a lottare per i primi tre posti, perché si muoverà bene sul mercato e perché la vittoria ce l’ha nel dna. Dovremo temere il loro ritorno. Se consiglierei a Ancelotti di andarci? Carlo è talmente bravo e ha vinto talmente tanto che non ha bisogno dei miei consigli. Inzaghi lo stimo, allenare una grande squadra non è facile. Per allenare un top club non bastano tecnica e tattica, quelli tutti la imparano, ma di sapere resistere alle grandi pressioni e avere grandi capacità di gestione dell'aspetto psicologico".
Su Pirlo: "La leggenda che dice che sono stato io a non volerlo al Milan mi fa sorridere, ma non voglio passare per matto. La verità è che lui sarebbe potuto rimanere un altro anno, al termine del quale sarebbero andati via i senatori, oltre a Ibra e Thiago Silva. Sarebbe rimasto orfano e allora ha fatto una scelta. Secondo me aveva bisogno di altre motivazioni, ma io non ho mai avuto alcun dubbio sulle qualità di quello che è un campione".
Sullo striscione per l'Heysel e i cori contro i napoletani: "Il ricordo dei tifosi è stato bello e importante. Ero bambino ma ancora ho davanti agli occhi quelle scene strazianti. Per quanto riguarda i cori, bisogna ancora crescere da questo punto di vista, se vogliamo riavvicinare le famiglie e i bambini agli stadi. Invece questi atteggiamenti non fanno altro che allontanarli. Servono decisioni importanti e dure contro chi crea violenza".
Su Dybala: "E' un buon giocatore, ma deve imparare tanto ancora. Ad oggi, è ancora del Palermo".