Calciomercato.com

  • Getty Images
    Juventini e laziali: gemellaggio in vista?

    Juventini e laziali: gemellaggio in vista?

    • Luca Borioni
    Su change.org, a fianco di tante petizioni onestamente più importanti, ha trovato da poco spazio anche una proposta di gemellaggio tra due tifoserie calcistiche. La suggeriscono alcuni fan juventini intenzionati così a sancire un feeling sempre più evidente con i tifosi della Lazio. Oltre l’imminente sfida di Coppa Italia, oltre l’incomunicabilità eterna tra un Lotito e un Agnelli. Qualcosa che in realtà sembra trovare fondamenta soprattutto fuori dai confini delle curve, se consideriamo la frase di Simone Inzaghi prima del derby (“Aiutiamo la Juventus a vincere lo scudetto”) o le proteste a scena aperta del club della Capitale per i supposti aiutini degli arbitri nei confronti delle milanesi sulla strada degli accessi all’Europa. Qualcosa che in realtà stona con la storica e dichiarata amicizia che da tempo, già da prima del famoso 5 maggio, lega indissolubilmente proprio i tifosi laziali a quelli interisti, rivali dei biaconeri.

    Ma si sa che le logiche della curva, oltre che svincolate da quelle più consuete, risultano spesso mutevoli. E guai ad addentrarsi troppo in certe analisi. Il fatto è che la proposta di gemellaggio è stata mediaticamente avanzata da una parte della tifoseria bianconera proprio facendo leva sullo storico (per Del Piero e compagni) sorpasso del 5 maggio 2005 scaturito al fotofinish tricolore proprio per un’inattesa vittoria della squadra di Poborsky su quella di Materazzi. Fu un regalo inatteso e clamoroso. Ma anche un episodio che non modificò gli equilibri di quell’amicizia, rinsaldata poi anni dopo, nel 2010, quando la condotta passiva dei giocatori laziali contro un’Inter bisognosa di punti scudetto per arginare la rincorsa della Roma portò al famigerato striscione esposto dei fan della curva nord dell’Olimpico con un eloquente e sarcastico “Oh nooooooo” dopo il gol dell’Inter. Il beffardo e recente successo della squadra di Keita contro la Roma, che ha dato forse l’ultimo scossone al campionato pro Juve, rappresenta l’ultimo tassello.

    L’ispirazione era già nell’aria e ora merita un riconoscimento “ufficiale”. Prime reazioni tiepide, c’è chi addita la fratellanza interista come una macchia indelebile, chi invece suggerisce alternative (“Avellino feudo bianconero”), chi insiste sull’impossibilità dei fan bianconeri a sentirsi “cugini” di qualcun altro, chi ammette il feeling ma non intende spingersi più in là. Sempre per la presenza, sullo sfondo, dell’Inter.

    A proposito di logiche, qui si tratta spesso di questioni politiche, anzi meglio ideologiche, ma non in assoluto. Molto di più accadeva fino agli anni ’90 quando sotto una stessa matrice di pensiero si univano – per esempio – i tifosi di Genoa e Napoli. In molti casi la molla che fa scattare simpatie è semplicemente rappresentata da un comune odio, che si raddoppia e si fortifica (contenti loro): come quello per i bianconeri che ha sempre reso affini le tifoserie di Fiorentina e Torino. Fenomeno recente è quello dei gemellaggi internazionali: proprio la Lazio ne ha perfezionato uno, dicono i bene informati, con gli inglesi del West Ham sospendendo il legame con il Chelsea. Gli Hammers erano già all’Olimpico per il derby e si stanno roganizzando per non mancare alla finale con la Juve. Gli stessi juventini invece vantano un’unione con quelli del Legia Varsavia in Polonia e del Den Haag in Olanda. Non esattamente tifoserie di educande. I laziali in curva ricevono spesso visite anche dagli Sharks del Wisla Cracovia, dai Sofia West del Levski e dagli Unsterblich dell’Austria Vienna. Anche qui conta una similare visione ideologica (!) del mondo.

    Odio, razzismi, violenze, affinità e manie varie
    : come detto meglio non approfondire troppo per non fare confusione molesta. Ma se la proposta online di amicizia nerobiancoceleste passasse, sarebbe un segnale che forse anche su questo terreno le cose cambiano, evolvono. Nessun patto di sangue ma solo una simpatia sempre più riconosciuta, che male ci sarebbe? In barba a Lotito e Agnelli. Unica controindicazione: l’amicizia si esporrà chiaramente al fuoco implacabile (e principalmente “social”) delle controparti. 

    Altre Notizie