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    Juvemania, Thiago Motta alla Harry Potter: fa sempre la scelta giusta, McKennie dopo Mbangula e Savona

    Juvemania, Thiago Motta alla Harry Potter: fa sempre la scelta giusta, McKennie dopo Mbangula e Savona

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    Sembra avere una bacchetta magica, Thiago. O comunque avere quel tipo di superpotere che vorrebbero un po' tutti, ossia conoscere in anticipo le conseguenze di una scelta. Alla canonica domanda su quanto tempo possa servire per vedere la Juventus di Motta, la stessa Juventus di Motta ha stabilito che no, non c'è bisogno di aspettare. Le decisioni dell'allenatore parlano per lui, e lui parla per tutti, specialmente quando c'è da elogiare i suoi ragazzi. 

    Juve-PSV è stata una prova di forza clamorosa, in questo senso. Un progetto riuscito d'unità d'intenti. E' andato tutto molto bene perché è stato tutto molto ben preparato. Soprattutto, Motta ha superato il primo pressure test: i due pareggi avevano avvolto la Juve in una tela d'incertezze, e l'obiettivo di questa partita era inevitabilmente squarciarla, restituire il frutto del lavoro d'estate e (in più) iniziare a generare certezze dai nuovi arrivati. 

    E' arrivata ogni cosa, allo Stadium. Ed è arrivato pure il primo gol subito della stagione, che l'allenatore ha definito "la cosa che meno mi preoccupa". Quindi, chi siamo noi per fare esattamente l'opposto.

    Certo, a voler essere pignoli, Vlahovic e Danilo sono due situazioni da analizzare, non ancora da risolvere. Certo, a voler essere precisi, Douglas Luiz relegato a un quarto d'ora e quarto cambio, non è esattamente ciò che ci si aspettava. Ma la forza della Juventus dello Stadium è stata propriamente questa: surclassare tutti i discorsi con una prestazione corale che ha avuto pochi eguali negli ultimi 16 mesi. Euforia da prima volta, sì, ma pure consapevolezze sparse. 

    A fare la differenza è stato Motta, al pari di Nico, al pari delle giocate giuste di Locatelli. L'allenatore è stato tanto decisivo quanto gli interpreti in campo. E l'ha fatto "semplicemente" scegliendo. Prendiamo il caso McKennie: mai titolare, un'estate ai margini, poi prende la fiducia e una maglia da titolare. Trova subito il gol. Era già successo, e con situazioni ancor più emblematiche come Savona dopo e Mbangula prima. Succederà ancora, perché lavorando e scegliendo sul merito, non è che ci siano tante altre strade o differenti conseguenze. 

    Intanto la Juventus si gode questo passo dopo passo, un andamento con il quale si può andare decisamente lontani, senza avere paura di guardarsi troppo avanti o troppo indietro. Anzi: ritrova il gusto di giocare, specialmente quando avversari e spazi lo consentono. E sarà proprio questa, la prossima situazione da analizzare, il vero cruccio che Thiago si porta con sé: come aggirarle, quando arriveranno, le difficoltà? Non ci saranno sempre zolle libere di terreno, o euforie da prima volta. Ci saranno pure vacche magre e azioni stentate, vedi Roma ed Empoli. 

    Ci sarà però il guizzo di Thiago, che dopo Juve-PSV ha ribadito un concetto molto elementare eppure allo stesso tempo fortissimo: si va per la sua strada, non si mette in discussione, neanche dopo i primi sudori freddi. Tutto il resto, lasciamolo pure al tempo e alle partite: passeranno, e aiuteranno. 
     

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