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  • Juvemania: l'anarchia di Dani Alves

    Juvemania: l'anarchia di Dani Alves

    • Stefano Discreti
    Vero che nel calcio, in fondo, i 3 punti in palio a ogni partita valgono più di tutto.
    Vero che la Juve fa da sempre dello slogan “vincere è l’unica cosa che conta” il suo motto, ma la partita di Palermo, nonostante la vittoria, è stata davvero troppo brutta per essere vera.
     
    CHE CONFUSIONE - Troppa confusione, troppa gente che girovagava per il campo alla ricerca della posizione perduta. Troppa quantità e pochissima qualità in campo. Nonostante il collaudato 3-5-2 di partenza, che in corso di gara è stato sostituito da un atipico 4-3-3 che ha generato ancora più confusione per via degli interpreti schierati e della mancanza di convinzione nel modulo, sono venute meno trame di gioco, schemi, inserimenti, giocate corali. Davvero uno stato confusionale.
     
    ANARCHY IN…DANY ALVES - L’incontro è stato deciso da un tiraccio di Dani Alves che ha ispirato una prodezza balistica al contrario a Goldaniga. Un lampo nel buio, un colpo di fortuna al momento giusto. Fino a quel momento lo stesso brasiliano era stato forse uno dei più confusionari in assoluto. In questa prima parte di stagione infatti, invece di puntare fino in fondo la fascia destra, Dani Alves continua spesso ad accentrarsi nella zona mediana del campo, quasi a voler fare lui il regista. Come a voler dire, abituato ad avere accanto Rakitic o Iniesta “toglietevi voi, che allora ci penso io”. 
    Asamoah e Khedira stanno accusando sempre di più la fatica di giocare ogni 3 giorni e il loro rendimento continua a sfumare mentre Lemina, nel suo lungo percorso di maturazione internazionale, alterna giocate ambiziose ad errori banali.
    E diciamolo, se Pjanic si prende un turno di riposo fisico e mentale come fatto ieri sera a Palermo dove ha girovagato per tutta la partita senza praticamente fare mai nulla, a centrocampo non arriva una giocata di talento nemmeno a pagarla oro.
    In questo contesto, Dani Alves, dall’alto della sua esperienza ha quasi autonomamente deciso di esser più utile da mediano piuttosto che da terzino.
    Sinceramente non so come interpretare questa sua “anarchia” tattica, se un segno positivo di intelligenza dettata dalla sua lunga esperienza internazionale o se un segno di sfiducia verso il resto della squadra e l’allenatore.
     
    JUVE, CENTROCAMPO SCONTATO E BANALE - La totale assenza di fantasia a centrocampo,  se avviene nella giornata in cui sulla ruota del turn-over esce fuori anche il nome di Dybala, porta ad una conseguenza quasi scontata: una partita di una noia mostruosa, con ritmi amatoriali e con un numero esagerato di falli, soprattutto nella prima frazione. Sì, le squadre di Allegri ci hanno da sempre abituato a un inizio di stagione difficile, ma il livello del campionato italiano sembra essersi ancor di più abbassato e mostrare questo gioco/non gioco è davvero difficile da digerire, anche se alla fine arrivano i 3 punti.
    Male Mandzukic, che nonostante la buona volontà messa in campo, è mancato di lucidità sotto porta in più occasioni. Non è certamente giocando così che potrà alimentare dei dubbi nella testa di Allegri.
    Benino Higuain, a secco però per la prima volta da titolare in stagione; tra tutti i giocatori in campo è stato ovviamente quello che ci ha provato di più.
     
    ANDARE A COMANDARE... - Rischiamo di diventare ripetitivi in questo periodo, ma al popolo bianconero  non bastano il primo posto in classifica e le 2 vittorie consecutive dopo Milano. Questa squadra ha assoluto bisogno di una prova di forza, una manifestazione di superiorità, soprattutto in campo internazionale. A tal proposito arriva proprio al momento giusto la sfida di Champions League contro la Dinamo Zagabria, squadra che non se la sta di certo passando bene in questo momento. Martedì sera la Juventus non solo avrà assoluto bisogno di 3 punti, dopo l’opaco pareggio casalingo a reti bianche dell’esordio. No, non basterà.
    La Juve martedì sera dovrà “andare a comandare” a Zagabria, dovrà impressionare le rivali d’Europa, dovrà far capire chiaramente a tutte che quest’anno chi vuole vincere la Champions dovrà vedersela con lei. Dovrà mostrare gli occhi della tigre.
    Ma se continuerà sui binari di questi ultimi 15 giorni, più che un ruggito gli avversari ascolteranno un noioso miagolio. 

    @stefanodiscreti

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