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  • Juvemania: la Champions, il mercato e il gol fantasma di Quagliarella a Catania...

    Juvemania: la Champions, il mercato e il gol fantasma di Quagliarella a Catania...

    • Gianluca Minchiotti

    Tre punti fondamentali quelli conquistati ieri dalla Juventus contro il Napoli. Non tanto per lo scudetto (perché quello può perderlo solo il Milan), quanto per il secondo posto, che significa qualificazione diretta alla Champions League. La vittoria della Juve infatti è stata ottenuta in concomitanza con la sconfitta della Lazio, la squadra al momento terza in classifica, e contro un'altra squadra (il Napoli) che aspira a tornare in Champions nella prossima stagione. E per di più, in questo turno, ha perso anche l'Udinese. Dopo 30 giornate, quindi, la squadra di Antonio Conte ha 11 punti di vantaggio sul terzo posto (che vale i preliminari di Champions) e 14 sul quarto posto. Per il secondo posto aritmetico ai bianconeri perciò basterà ottenere 14 punti nelle restanti 8 giornate di campionato: una media di 1,75 punti a partita, decisamente abbordabile vista la media di 2,06 ottenuta finora. E tutto questo pensando che la Lazio vinca le restanti otto gare, compresa quella con la Juve...

    Tutto questo per dire che la Juventus ha ormai fra le mani il suo principale obiettivo stagionale, il ritorno in Champions League. E il fatto di averlo praticamente ottenuto un mese e mezzo prima del termine della stagione, darà al club la possibilità di anticipare le proprie mosse di mercato. Beppe Marotta e Fabio Paratici possono, fin da oggi, gettare le basi per la squadra del 2012-13, il che vuole dire, come sappiamo: 1) ampliare la rosa, perché gli impegni saranno più frequenti e più importanti; 2) migliorare la qualità della rosa, perché l'obiettivo della prossima stagione dovrà per forza di cose essere lo scudetto. E migliorare la rosa significa, soprattutto, acquistare almeno un attaccante di livello internazionale, uno che faccia davvero la differenza sotto porta.

    Per concludere, un breve accenno alle polemiche arbitrali di questi giorni, prendendo a prestito un paio di spunti messi in evidenza dal mitico Roberto Beccantini. Scrive Beck, sul suo blog: "Avete sentito da parte di Galliani e Allegri un cenno di contrizione per il penalty negato a Sanchez in Milan-Barcellona? O per il fuorigioco di Ibrahimovic più gamba tesa di El Shaarawy su Heinze prima del rigore di Ibra in Milan-Roma?". E poi Beccantini ricorda: "In Catania-Juventus della scorsa stagione, un gol di Quagliarella, nettamente più «dentro» di quello di Robinho, sfuggì ai radar della quaterna. La squadra di Delneri vinse comunque, tre a uno, e l’episodio passò in cavalleria". Questo per dire che errori anche gravi come quello di cui si sente vittima il Milan (e poi è ancora da dimostrare che la palla fosse dentro al 100%), non possono essere considerati decisivi per le sorti di un campionato. Lo dimostra proprio Catania-Juventus 1-3 della scorsa stagione: i bianconeri vinsero comunque quella gara, nonostante l'evidente danno subito, ma poi alla fine arrivarono, meritatamente, settimi, a dimostrazione che il reale valore di una squadra trascende gli errori arbitrali. Se il Milan di Allegri è davvero più forte dela Juve di Conte, come crediamo, alla fine vincerà il titolo, a prescindere da errori arbitrali a favore o contro. Se invece i rossoneri non vinceranno lo scudetto, vorrà solo dire che la Juve sarà stata più brava e meritevole della vittoria.

    IL GOL FANTASMA DI QUAGLIARELLA A CATANIA (filmato Rai Sport)

     

     

     

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