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Juvemania: il top player non serve. Ricordate Diego? Paghiamo ancora...
In un'estate nella quale arrivano tanti buoni giocatori (Vidal e Vucinic su tutti) e un campione in grado di infondere esperienza al gruppo (Pirlo), ma nella quale manca ancora il 'top player' promesso da Beppe Marotta, c'è, per l'ultima volta, spazio per Diego Ribas da Cunha nel mondo bianconero.
A luglio infatti la Juventus ha versato la terza e ultima rata al Werder Brema per l'acquisto, avvenuto nel 2009, del trequartista brasiliano. L'accordo prevedeva infatti che la Juventus avrebbe versato nella casse del club tedesco 24,5 milioni di euro in tre rate: 14 milioni il 1 luglio 2009, 5,5 milioni il 1 luglio 2010 e 5 milioni il 1 luglio 2011.
E' quanto mai significativo che la vicenda si chiuda proprio in questa sessione di mercato: Diego, che nel frattempo (nel 2010) ha lasciato la Juventus per il Wolfsburg, ha disputato una stagione disastrosa in Bundesliga e proprio oggi è stato scaricato platealmente dal tecnico del Wolfsburg, quel Felix Magath che a Torino conoscono altrettanto bene. "Il club e io siamo d'accordo: Diego non deve giocare, deve essere venduto", ha detto Magath di Diego, protagonista nel 2010-11 di un vero e proprio ammutinamento quando, escluso dalla formazione titolare nell'ultima giornata di campionato, preferì lasciare lo stadio.
Bene, la vicenda Diego sia da monito e da consolazione per i tifosi bianconeri: quello che nell'estate del 2009 sembrava un vero e proprio top player (per età, per costo, per ingaggio, per prospettive, per palmares - allora, a 24 anni, aveva già vinto, fra le altre cose, Coppa America, campionato brasiliano, Coppa Intercontinentale e si era laureato miglior giocatore della Bundesliga nel 2007 -), non si è dimostrato per nulla all'altezza delle aspettative, anzi. Nel 2009-10, Diego fu infatti tra i maggiori protagonisti (in negativo) di una delle più brutte stagioni della storia bianconera (putroppo battuta, sempre in negativo, nel 2010-11), andamento confermato poi dal (ex) talento di Ribeirão Preto con la maglia del Wolfsburg e con l'esclusione dalla Nazionale brasiliana.
Questo per dire che, a volte, non basta essere un top player sulla carta (firmando contratti milionari), ma bisogna esserlo anche in campo. Consoliamoci, quindi: chissà che alla fine non abbia ragione Marotta, quando preferisce spendere 15 milioni per Mirko Vucinic anziché 45 per Sergio Aguero...
E chissà che la fine del pagamento di Diego non rappresenti, simbolicamente, anche la fine del miraggio che, per tornare a vincere, serva spendere cifre folli. Ci ricordiamo tutti le cifre irrisorie spese a suo tempo per Platini e Zidane, no? Quelli, sì, campioni sul campo, e non sulla carta.