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Juvemania: la svolta, Europa e mercato
Partita non esente da rischi: conterà l'impostazione della medesima. Per concludere in testa, alla Juve serve un 2-0. Considerate le capacità difensive degli spagnoli, considerata la vocazione all'intensità in mezzo al campo e al contropiede, per Allegri sarà un rompicapo. Servirà la gara perfetta. Allegri dovrà essere bravo a razionalizzare: la qualificazione prima di tutto. Poi, eventualmente, il resto.
LA JUVENTUS HA 'SVOLTATO' - La Juve vista in terra scandinava sembra avere “svoltato“. Segna con regolarità, non subisce gol. La necessità di mantenere alta la concentrazione (molte formazioni hanno già staccato il biglietto per gli ottavi ) non può che far bene ad una Juventus che sta cercando - dopo il cambiamento di modulo - il suo assetto migliore. Non mi dilungo sui singoli, ma da estimatore di Marchisio la sua maturazione mi esalta: oggi è un giocatore "totale" alla Lampard. Altra riflessione: incrociando le dita e dando per acquisito il passaggio del turno, molto dipenderà dai capricci della Dea nell'urna del sorteggio. Anche vincendo il girone non è detto che ti arrivi una "seconda" abbordabile. Se becchi quello di Ibra e Messi, cosa ti auguri: lo svedese o l'argentino? Arrivando secondo l'urna potrebbe offrirti un Bayer Leverkusen o un Porto: signore squadre ma certamente inferiori a parigini e catalani. Nota a margine: vorrei vedere la Juventus sempre con la sua storica maglia. Il verde ramarro da discoteca indossato a Malmoe è indigeribile per un vecchio cuore come il mio. Un colore che conferma la temerarietà dei creativi. Volevi un verde? Confeziona un verde inglese - per la miseria- con i numeri gialli o arancio tipo nazionale sudafricana di rugby: a mio parere di una elegante cromaticità .
IL DERBY? DA ABOLIRE, COME DICEVA BONIPERTI - La Juve convincente (finalmente) anche in Europa troverà domenica la gara giusta per non sentirsi appagata. Il derby è partita senza pronostico. Non importa quanto modesto si sia dimostrato nelle ultime settimane il Toro di Ventura. Il derby è una corrida di nervi, il più debole si esalta, moltiplica le forze. Servirà una Juventus operaia che "rispetti" l'avversario. Lo sapeva bene Giampiero Boniperti che il derby avrebbe voluto abolire dal calendario. Sulla carta non c'è gara. Ma la carta va scritta: a mano e con impegno. Evitando le macchie d'inchiostro. Perché, come spiega nelle sue memorie il Cardinale di Retz: "I deboli non si piegano mai quando dovrebbero".
ROMA TRA STELLE E STALLE - Vincere il derby disponendosi ad osservare quanto accadrà tra Roma e Inter. Gara delicata per entrambe. Per la Roma, di più. Un passo falso creerebbe sconquassi nell'ambiente delle compulsive radio capitoline. Ho vissuto un anno a Roma quando ero in commissione d'esame per l'ordine professionale. Il tifoso romanista è sensazionale per passione e umorismo, quanto umorale. La curva tra le "stelle" e le "stalle" è sempre in movimento. Dico una cosa che mi porterà qualche critica: dovesse la Juve vincere il derby, meglio un pareggio a Roma, che una vittoria dell'Inter. La Juventus sta andando bene. Ma non è ancora una squadra "compiuta". Le serve tempo, le serve lavoro. Tre punti di vantaggio sono un nulla da difendere. Cinque sarebbero già un viatico rassicurante. Sei un canyon che potrebbe portare a cali di tensione: il nemico più insidioso.
RISPOSTE AI LETTORI - Chiudo ringraziando i molti lettori che hanno voluto rispondere al quesito posto qualche giorno fa. E' una formula che mi piacerebbe diventasse abituale: graditi i suggerimenti. Prima di esporre la mia valutazione, devo qualche risposta "fuori tema". A Terence: a me risulta che in Inghilterra siano contenti di Isla e che ci sia la volontà di riscattarlo. A Mou-Trio: non mi appassiona discutere di Ufo. Ma sul calcio mi troverà disponibile. A Lucabarcelona: la invito a leggere bene, per quanto attiene all'inciso sul regolamento. Il mio ragionamento era generale su un premio che non sempre ha gratificato il più meritevole. Inevitabilmente stante i meccanismi di votazione. Resta l'anomalia (indipendentemente dai regolamenti) di un premio che nella sua storia non ha mai iscritto i nomi di assi come Pelè o Maradona. Detto questo, il suo approccio è risultato sgradevole: se chi legge non condivide è giusto lo dica. Ma come a me non è piaciuto vedermi definire "questo", non credo a lei farebbe piacere sentirsi definire sprezzantemente "quello".
MERCATO: TRA UN BIG DA 30 MILIONI E LA REALTA' - Vengo al tema proposto. Reus temo sia destinato – tanto per cambiare – al Bayern. Draxler è un ottimo giocatore, che purtroppo costa tantissimo: più di 30 milioni. Reputo che la Juventus deciderà il da farsi verso febbraio-marzo. Valutando il rendimento della rosa e le risorse spendibili. E con una considerazione di fondo: migliorare questa Juventus è complicato. O compri un Bale, un Di Maria, un Suarez, oppure meglio procedere per gradi: ringiovanendola la rosa e completandola. A me Schar - ad esempio - per la difesa piace tantissimo. Più di Rolando. E attenzione alle annunciate nuove regole federali: incideranno.
Un big da 30 milioni troverà (troverebbe) a mio parere collocazione in attacco. Potrebbe essere un centravanti, oppure come in tanti avete scritto un trequartista, o un'ala offensiva. Escluderei cifre del genere per difesa o centrocampo. Mi spiego: se la Juventus chiuderà per Kramaric, il croato andrà a sigillare la casella che Giovinco (presumibilmente) lascerà libera. E per il quale io proporrei alla Fiorentina (pur conscio delle difficoltà) una operazione per Bernadeschi. Llorente resterà? Llorente è uno che fa giocare al meglio la squadra, consentendo una maturazione senza strappi di Morata. Dovesse andare, in quel ruolo cosa prendi per 30 milioni? Poca roba: roba che serva voglio dire. Quindi anche io reputo che l'investimento sarà fatto su un trequartista. Specie se la maturazione di Berardi dovesse procedere a rilento. In vetrina potrebbero esserci Shaquiri, Pastore, Lavezzi, Mata, Jovetic, Douglas Costa. Uno di questi potrebbe arrivare. Tutti bravi, tutti validi ma nessuno mi scalda. Fosse abbordabile io porterei a Torino, dal Manchester City, quel Silva che sul campo ricama merletti. Vi lascio con un nuovo quesito: voi nel 4-3-3 (che oggi in realtà è un 4-4-1-1) rinuncereste a un centrocampista a favore del giovane Coman? Ragioniamoci.