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    Juvemania: Allegri, l'esorcista

    Juvemania: Allegri, l'esorcista

    Giorni basilari per la stagione di Juventus e Roma. La Champions come parametro per capire fino a che punto il calcio italiano, a livello di club, abbia diritto di cittadinanza in Europa. Dovessero fallire, credo che, inevitabilmente, ne risentirebbe anche il loro cammino in campionato. Torneo che ancora non ha un padrone e che, probabilmente, per qualche mese non l'avrà. Torneo, ha scritto Mario Sconcerti sul Corriere della Sera, che si presenta magari "non bello ma divertente". Sconcerti ha ragione: certe partite si fanno guardare. Il gesto balistico di Kucka ad Udine è una perla che ripaga del biglietto. Al pari dello slalom di Eder che gioca in una Sampdoria sorprendentemente pratica. Ma la cifra deprimente espressa in Torino-Atalanta, in Chievo-Sassuolo, a Milano (ma Dybala è destinato a grandi cose) o a Parma, dove De Ceglie si improvvisa goleador, è ormai una costante. Un campionato senza Inter e Milan non è un "vero" campionato. Ora si dirà che il calcio è un mistero agonistico: spiegare la classifica del Dortmund o le difficoltà dello United zeppo di fuoriclasse e guidato da un santone è difficile. Insomma: ognuno ha i suoi guai.

    DOPO TRE ANNI AL 'CAMBIO'... - Ma nell'impoverito panorama del calcio nostrano, una costante si evidenzia: la corsa. Là dove all'estero vanno come lippe, in Italia passeggiano. Un problema che - a tratti - attanaglia anche la Juventus, bloccata, nelle ultime esibizioni, per almeno un tempo di gioco. Madama è tornata in vetta alla classifica, ma ad Empoli (buon Rugani, sembra da Juve) ha vinto senza entusiasmare. Non appartengo al novero delle "vedove di Conte". Gli allenatori e i giocatori passano, la Juve resta. Ma non credo sia lesa maestà affermare che la Juve di Allegri (al netto dei risultati) non esalta.

    Per tre stagioni sei andato al "Cambio", là dove pranzava Camillo Benso conte di Cavour. Ottimo menù, gran scelta di vini, servizio pluristellato. Se episodicamente hai avuto un problema la colpa è stata del caso: un cameriere che - inciampando - ha rovesciato la zuppa sulla tavola. Dopo tre anni la qualità è sempre buona in quel ristorante: ma un giorno ti capita di scoprire una macchia sul tovagliolo, un altro ti servono il filetto troppo cotto, un altro ancora ti fanno aspettare venti minuti per prendere l'ordinazione . 

    CONTRO GLI ACHEI, MORATA SUBITO - Memento audere semper, scriveva il poeta. Allegri ha sulle spalle una poco invidiabile pressione. Ma - a mio parere - ha un modo per esorcizzare il fantasma di Conte. Costruisca la "sua" Juventus: osando. Cosa non facile in questo periodo di infortuni rispetto ai quali la Juventus probabilmente paga lo scotto di una preparazione fatta irritualmente in città e di una tourneé remunerativa quanto azzardata. Trasferta - va rammentato - alla quale Conte (dopo un Mundial) si era decisamente opposto. Io (come settimanalmente ricorda un lettore, che comunque non mi pare - senza offesa - si distingua per competenza) magari di calcio capirò poco. Ma avevo intuito che la "gamba" e la voglia di Morata, Pereyera e Giovinco erano da preferire a quella "stanca" di alcuni titolari. Per quanto visto, in uno scampolo ad Empoli, persino quella di Padoin: uno affidabile. Ultima annotazione su Morata: nel rapporto minuti giocati, reti realizzate, opportunità create è saldamente in attivo. Va impiegato. Magari da seconda punta con Tevez "falso nueve". La speranza è che Allegri non lo inserisca a gara in corso come "terza punta". Potrebbe significare che con gli Achei si è messa male. L'auspicio, viceversa, è quello di "addurre" (agli Achei) infiniti "lutti". Parafrasando Omero: nella porta dei greci la differenza può farla anche un autogol.  

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