Redazione Calciomercato

Juvemania: fischi, rabbia, contestazioni. Ma il bilancio non è importante, è l'unica cosa che conta
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Ecco, prima di chiederselo, c'è da dirselo: così non va proprio da nessuna parte. I fischi dello Stadium ieri sera erano più forti, quasi più tetri e dunque più profondi. Erano il frutto di anni di delusioni raccolte in un momento, si rivolgevano al progetto per un attimo e poi si proiettavano concretamente nei confronti della società. La più bersagliata, perché raccoglie i mottiani e quelli (tanti) che non lo sono più, oltre a quelli che non lo sono mai stati. Ognuno sembra avere la ricetta della felicità bianconera, di sicuro è convinto di avere più possibilità di Cristiano Giuntoli di raddrizzare la situazione.
Naturalmente, così non è. E non lo sarà mai. Perché tra il detto (e scritto) e il non detto (ma successo), c'è il fiume di momenti che compongono una stagione. E che hanno portato al crollo, non totale ma comunque effettivo, con le ultime due sconfitte diventate più cocenti di quello che in una normale stagione potrebbero essere. Era un sentimento che ribolliva, questo è chiaro. Ma è soprattutto la poca empatia prodotta alla Continassa, quel nascondersi dietro le frasi fatte e le mezze bugie travestite da verità assolute. Così non si crea un rapporto. Così non c'è un filo diretto. Così c'è solo distanza.
La distanza oggi è pure tra la squadra e Thiago Motta, e forse inizia a intravedersi anche tra l'allenatore e il dirigente che l'ha voluto a tutti i costi. L'unità di intenti in questo momento è messa a dura prova - ma non spezzata - dall'enorme delusione che si percepisce dalle stanze della Continassa, dove l'umore è complicato quasi quanto i prossimi giorni di mercato. Si è fermato pure Kalulu. E il sostituto di Bremer non è ancora arrivato.
Si lavora tutto il tempo, tutti i giorni, in ogni momento e in ogni contesto. Ma il prodotto finale equivale al risultato, e i risultati non stanno dando soddisfazioni all'ambiente. D'improvviso, arriva poi un ragionamento talmente surreale da sembrare l'unica verità possibile: ma la Juventus, questa Juventus, ha davvero a cuore qualcosa che non sia solo il profitto economico?
La Champions resta l'unico anello di congiunzione tra il vero ed enorme obiettivo - il pareggio di bilancio - e il campo, che dovrà tenere la Juve su per mille ragioni. E che può trascinare Motta giù, perché a quel punto avrà fallito davvero. Poi, per tutto il resto, una considerazione che può racchiudere tutto: vendere Cambiaso a 70 milioni sarebbe come vincere lo scudetto, in questo momento. Per loro, naturalmente.