Juvemania:| Dov'è finito il gioco?
Il primo campanello d'allarme era suonato giovedì all'ora di pranzo: Juve ko e schiacciata sotto una valanga di gol (quattro) dal Parma. Ma c'erano delle attenuanti che affievolivano l'agitazione nel cuore dei tifosi bianconeri: il grave infortunio capitato a Quagliarella e l'espulsione di Felipe Melo. Nel giro di 17 minuti la partita della Juventus era diventata un incubo, i piani di Del Neri erano stati stravolti e la sconfitta era arrivata meritatamente. C'erano tutti gli alibi possibili per cercare di non vedere tutto nero. Ma dopo il secco 3-0 patito a Napoli, ora c'è da preoccuparsi. Seriamente.
La Signora è tornata indietro a quest'estate, quando nel giro di tre partite incassò sette reti tra Bari, Sampdoria e Lech Poznan, palesando limiti difensivi derivanti da equilibri tattici ancora da registrare. E ieri sera l'incubo è tornato a rivelarsi davanti agli occhi dei tifosi juventini. Difesa disastrosa, poco filtro a centrocampo e gioco sconclusionato. Senza né capo né coda. Ma che fine ha fatto il gioco di Del Neri visto fino a prima della sosta natalizia? Dov'è finita la squadra in grado di espugnare San Siro (2-1 al Milan), di fermare i campioni d'Italia sullo 0-0 tra le mura amiche, di battere 2-1 la Lazio e di inanellare 18 risultati utili consecutivi? Svanita in 90 minuti.
Del Piero & co. sembrano aver subito un'improvvisa involuzione. Non soltanto nel gioco, ma soprattutto nell'approccio alla gara. Quest'anno l'abbiamo ribadito più volte: la Juve, finalmente, aveva un'identità, aveva riacquistato fiducia nei propri mezzi ed imponeva il proprio gioco. Ieri allo stadio San Paolo si sono fatti pericolosissimi passi indietro. E' sembrato di vedere la squadra dell'anno scorso. Quella degli ultimi mesi di Ferrara prima e di Zaccheroni poi. O quella d'inizio stagione: palla lunga nella speranza che gli attaccanti inventassero qualcosa. Poi il tecnico ha trovato la quadra: palla a terra, passaggi anche orizzontali per aprire le maglie avversarie e squadra pronta a colpire i rivali nei loro punti deboli. I giocatori si muovevano sapendo come muoversi, anche senza palla.
Contro il Napoli di Mazzarri niente di tutto ciò. Palle alte cacciate a casaccio dalla difesa verso Toni e Amauri senza idee. E a centrocampo la palla scottava come nei tempi peggiori. Così non va per niente bene. I due 'marcanTONI' là davanti devono essere serviti con cross dalle fasce, come spesso accaduto fino a prima di Natale. Con questo gioco Krasic e Pepe (o chi per essi) non hanno senso di esistere. E la difesa ha ripreso ad imbarcare acqua, complice un centrocampo che non faceva filtro e non rinculava a sufficienza per coprire. Tutta colpa dell'assenza di Melo? Certo la sua mancanza s'è sentita, e forse (e sottolineo forse) se ci fosse stato Sissoko la barca non sarebbe affondata in quella maniera. Ma questa squadra non può prescindere da un solo interprete.
E così Cavani & co. hanno fatto a fette gli uomini di Del Neri. Grygera rivedrà a lungo il fantasma dell'uruguagio nelle notti insonni. Difesa distratta con errori da scuola calcio: come si fa a lasciare solo un attaccante in area di rigore, libero di colpire di testa? Volendo cercare altri alibi, molto flebili per la verità, può aver pesato psicologicamente il gol annullato, giustamente (gomito largo in faccia a De Sanctis), a Toni. Così come l'aver preso il secondo gol sul capovolgimento di fronte. Dal possibile 1-1 al 2-0: colpo 'sega-gambe'.
E' altrettanto vero che forse il risultato è stato troppo impietoso. Il Napoli è stato premiato oltremodo, contando che De Sanctis ha detto di no ad Amauri nel primo tempo e a Toni nella ripresa con due grandi parate. Ma resta il fatto che i padroni di casa hanno sovrastato la Juventus nel gioco, nell'approccio e in quanto a cattiveria agonistica. La sconfitta è strameritata! Ed ora Del Neri & Co. devono rimboccarsi le maniche se non vogliono rovinare quanto di buon fatto in questi primi quattro mesi della stagione. E se la proprietà riuscisse ad aprire nuovamente il portafogli non sarebbe male...