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Juvemania: vi svelo cosa ha detto Allegri
MI CHIAMO MORATA : FACCIO GOL - Ma è cresciuta anche la Juve. Adesso, assieme alla forza e all'esperienza è visibile il gioco. Dybala, Morata, Pogba, Alex Sandro giocano un calcio stellare. La Juventus adesso impone il suo calcio che è fatto di giro palla ed accelerazioni improvvise. Anche nella Juventus è cresciuta l'autostima: Dybala e Pogba hanno i grimaldelli per aprire qualsiasi cassaforte. Con quella del Chievo la Juve ci ha messo meno di sette minuti. Due squilli da parte di Morata: 4 in totale nel giro di pochi giorni tra Inter e Chievo. Il blanco, insomma è tornato. Sarà - Juve-Napoli - una partita da mondovisione: e i "duellanti" non si risparmieranno. Pronostico impossibile. Ma – io credo - sarà la “gara” della stagione.
DERBY AL MILAN - Nell'altro campionato si gioca per il terzo posto, utile per la Champions. Una Fiorentina spuntata a Genova resta in scia delle prime mantenendo la posizione. Con cinque punti nelle ultime sei partite (se non ricordo male) l'Inter è ufficialmente in crisi. Mancini (espulso e all'uscita protagonista - dopo essere stato insultato - di un gesto non proprio signorile nei confronti dei tifosi avversari) mi pare trasmetta ansia al gruppo. La faccia di Icardi la fotografia di un malessere. L'Inter corre, corre tanto ma non è coerente, non è logica. Qualche responsabilità è tempo che Mancini se la prenda. La famosa difesa neroazzurra è andata in tilt. Prima erano ruvidi ma efficaci. Adesso sono solo ruvidi. Il Milan (per la gioia di Berlusconi in tribuna) vince in modo rotondo. Tre gol che pesano: passivo forse eccessivo. All'Inter gira tutto storto. Icardi manda sul palo il rigore che avrebbe potuto riaprire la gara. Un intervento di Donnarumma da esaminare, un “giallo“ ( sarebbe stato il secondo) evitato ad Alex. La Dea sembra aver marchiato l'Inter. Che resta quarta. Ma la resurrezione di Roma e Milan dovrebbe preoccupare Mancini. Il forziere (Champions) del terzo posto è ambito da quattro, forse da cinque. Ma c'è una sola poltrona in sala d'attesa. E se Barbarella - forse con troppo anticipo - ha gettato la spugna, Sinisa è un vecchio drago che fino alla fine non mollerà. La sua variabile si chiama Niang. In mezzo ha messo i muscoli e il sangue di Kucka, al posto del fine dicitore Bertolacci. Presto avrà anche la variabile Menez. Ci saranno per il serbo altre “spiagge“ da percorrere. Ma garantito che Sinisa non si farà sorprendere dalla marea.
UN GOL ALLA PLATINI - Un alieno è atterrato all'ora di pranzo a Verona. Ha fatto cose incredibili. Da vero “dieci“. Ha fatto un gol alla Platini. Ha messo a rischio la solidità della traversa della porta difesa da Bizzarri. Fanno dodici di fila. I record non contano, parola di Allegri. Conterà avere un punto in più alla fine del campionato. Le indicazioni avute dall'organico sono splendide. Tutto ha ripreso a girare alla perfezione. A parte la solita “bonucciata“ che poteva costare cara, la Juve ha mostrato una condizione fisica e mentale esaltante. In assenza di Mandzukic, il blanco Morata si è ripresa la scena a suon di gol. Dybala, poco fortunato nelle conclusioni si è messo al servizio della squadra con un “girovagare“ perpetuo che ha squassato le linee clivensi. Alex Sandro sulla fascia è risultato imprendibile: anche per lui un gol su assist di Pogba e un legno che ancora trema. Il resto sui consueti standard. Con un Barzagli che posizionato a sinistra, là dove solitamente sferraglia Chiellini, ha dimostrato una “voglia“ da ventenne. E poi c'è lui, l'Ufo chiamato Paul Pogba: ci ha provato a lungo prima di trovare il gol con una azione che mi ha rammentato il miglior Platini. Ma complessivamente è la sua “lettura“ della gara a risultare extraterrestre. Nessuno è in grado di tenerlo fisicamente: fa legna in mezzo al campo, recupera, riparte e non c'è giocatore in questo campionato che abbia il suo compasso di gambe. La traversa centrata dopo un lancio millimetrico di Bonucci, è stata il terminale di un prodigio (arresto, rotazione della palla dall'interno all'esterno, tiro immediato) a metà strada tra Nureyev e Silvan. Una azione alla Sivori, alla Maradona, alla Pelè, alla Zidane: fate voi. Forse solo alla Pogba: roba da cineteca.
LA PRUDENZA DI ALLEGRI - Ma al netto dei prodigi visti a Verona, io credo che Allegri, a fine giornata abbia detto ai suoi: “Non basta. Ancora non abbiamo fatto nulla. In classifica ancora mangiamo la polvere del Napoli. Stiamo bene ma dovremo fare meglio di così. Contro il Napoli e contro il Bayern. Adesso resettate, il poker che avete messo sul tavolo a Verona e pensiamo al Genoa. Una gara alla volta. Una alla volta. Ah : i record sono fatti per essere battuti. Non culliamoci negli elogi“. Nessuna “spia“ mi ha riferito il contenuto del fervorino. Ma credo di non essere andato lontano dalla verità. La prudenza di Allegri sarà una manna per una squadra che ha ritrovato se stessa, grazie ad antiche certezze tattiche e a una condizione atletica che sta crescendo. Come era successo la scorsa stagione. Sarà una bella battaglia, quella tra Napoli e Juventus. E' probabile che a deciderla saranno i rispettivi fuoriclasse.
L'IRA DI AGNELLI - Hanno fatto scalpore le parole di Andrea Agnelli che a un convegno a Milano ha detto che gli organi internazionali Fifa e Uefa sottraggono alle società i migliori giocatori per almeno sessanta giorni l'anno per “regalarli“ alle Nazionali. Dalla Federazione hanno ribattuto che le società , per la “cessione” dei propri giocatori ricevono fior di “indennizzi“. Vere entrambe le cose. Ma i calendari sono affollati. La riforma del campionato e la riduzione delle partecipanti (18) alla Serie A è urgentissima. Si chiede alle società di onorare tutte le competizioni, ma le rose saranno ridotte a 25 giocatori. L'usura fisica e mentale pesa sulle “rose“ - è stato valutato da esperti - per almeno il 30% del rendimento complessivo. Oggi si gioca a una velocità doppia, rispetto agli anni Ottanta e tripla rispetto agli anni Sessanta. Urgono soluzioni. Alle Federazioni si chiede di uniformarsi e di risultare omogenee. Agnelli in questa sua richiesta è appoggiato da Barcellona e Bayern: pezzi da novanta del calcio internazionale. Lo spettro di un Superlega europea aleggia da tempo sull'Uefa. Il prossimo presidente - chiunque sia - dovrà tenerne conto.
COLPO GROSSO A MONTECARLO? - Il mercato è ormai agli sgoccioli. La Juventus quello che doveva fare l'ha fatto. Berardi e Mandragora a giugno. Sensi, Rogerio e Trotta in sinergia col Sassuolo. In Brasile hanno fermato un altro giovanissimo centrocampista: anche lui si chiama Pereira. Restano aperte le pratiche Lapadula, Ganz, Budimir. Vedremo. Ma la notizia di Calciomercato.com , evidenziata poi da tutti i quotidiani sportivi è stata l'incontro in occasione della gara di Coppa Italia con l'Inter di Marotta con i dirigenti del Monaco: sul tavolo (per giugno) Bernardo Silva e Moutinho. La trattativa per Silva a dire il vero (come vi avevo anticipato qualche mese fa) è avviata da tempo. Piace molto alla Juve e piace molto ad Allegri. Avendo per giugno la disponibilità già di Berardi, mi sembra evidente che con l'accelerazione per Silva, dovrà Cuadrado fare, come dicono a Bologna “i bambini con i baffi“ per essere riscattato. Finora ha fatto “benino“. Alla Juve “benino“ non basta. Di segno diverso l'esplorazione per Moutinho. Giocatore formato, di 29 anni, anche lui un tuttocampista (quindi regista, mediano e nel caso trequartista). Qui mi pare evidente che la Juventus non voglia farsi cogliere impreparata nel caso a giugno il Dortmund apra una vera asta per Gundogan. Non ho notizie su Tielemans, ma anche per questo giocatore, gira aria di asta. Dall'Inghilterra continuano a rimbalzare voci (sempre per giugno) su Oscar. Bisognerà vedere quanto credito abbiano i boatos che hanno accostato Conte alla panchina del Chelsea. Se arriva Conte, Oscar non si muove.
IL FUTURO DI MAX - Sul suo futuro alla Juve, Allegri è stato possibilista. Ma presto sapremo: Juventus- Napoli e le due gare con il Bayern rappresentano lo snodo della stagione. Per la società, ma anche per l'allenatore.