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    Juvemania, che differenze con il passato: Thiago Motta ha avuto ragione su Vlahovic

    Juvemania, che differenze con il passato: Thiago Motta ha avuto ragione su Vlahovic

    • Cristiano Corbo
    Vecchia storia, che è proprio vecchia quanto il mondo: la vittoria cambia veramente la percezione di ogni cosa. Thiago Motta torna a Genova, prende i tre punti e sì, torna un timore concreto (per gli altri) in questo campionato. Poi succede anche questo: i tre punti con il Genoa consentono di superare il record stabilito dieci anni fa dalla prima Juve dell'allenatore livornese. E di mantenere soprattutto l'imbattibilità in campionato: i bianconeri sono la prima squadra senza gol subiti in Serie A nelle prime 6 gare, nessuno aveva fatto la stessa cosa nell'era dei tre punti. Così, sempre nell'ottica del successo, tutto ha oggettivamente un'altra luce, una chiave differente, un modo più marcato di vedere questa prima parte della stagione bianconera. 

    Il tempo che passa era l'unica medicina al mal di gol: non serviva aspettare Vlahovic - che ciclicamente torna sempre a rispondere alle critiche -, non serviva cambiare modo di giocare. La Juve doveva soltanto stapparsi, perché concretizzare la mole di gioco spesso è un gioco di dettagli, una scelta più serena e meno frenetica. Ecco: se c'è un tema, per questa squadra, nel bene e nel male è che non arriva mai a vivere con frenesia il risultato. L'obiettivo alla base è costruire a modo proprio, difendere bene, alzare il numero di occasioni per aiutare le frecce offensive. Ma mai dandosi fretta, mai rendendosi protagonisti di scelte azzardate. 

    Anche questo, comunque, si è detto della Juventus di Thiago Motta. Dell'incapacità di portarla a casa con una giocata estemporanea, con un'azione sporca, con la possibilità di andare oltre senza lo spartito preciso e con soltanto l'idea di colpire. A volte sì, servirebbe. Altre volte… lasciare cucinare Motta è l'unica cosa che conta. Soprattutto nei rapporti umani, specialmente per quanto visto con Dusan Vlahovic. Il dubbio era: lo farà giocare? E l'ha fatto giocare. L'altra domanda è stata: come avrà il fatto di essere sostituito al 45' per demerito? Eh, l'ha presa così. Con enorme voglia di dimostrare. Tutti ce l'hanno, in bianconero. Altra grossa differenza col passato.

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