Redazione Calciomercato
Juvemania, che differenze con il passato: Thiago Motta ha avuto ragione su Vlahovic
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Il tempo che passa era l'unica medicina al mal di gol: non serviva aspettare Vlahovic - che ciclicamente torna sempre a rispondere alle critiche -, non serviva cambiare modo di giocare. La Juve doveva soltanto stapparsi, perché concretizzare la mole di gioco spesso è un gioco di dettagli, una scelta più serena e meno frenetica. Ecco: se c'è un tema, per questa squadra, nel bene e nel male è che non arriva mai a vivere con frenesia il risultato. L'obiettivo alla base è costruire a modo proprio, difendere bene, alzare il numero di occasioni per aiutare le frecce offensive. Ma mai dandosi fretta, mai rendendosi protagonisti di scelte azzardate.
Anche questo, comunque, si è detto della Juventus di Thiago Motta. Dell'incapacità di portarla a casa con una giocata estemporanea, con un'azione sporca, con la possibilità di andare oltre senza lo spartito preciso e con soltanto l'idea di colpire. A volte sì, servirebbe. Altre volte… lasciare cucinare Motta è l'unica cosa che conta. Soprattutto nei rapporti umani, specialmente per quanto visto con Dusan Vlahovic. Il dubbio era: lo farà giocare? E l'ha fatto giocare. L'altra domanda è stata: come avrà il fatto di essere sostituito al 45' per demerito? Eh, l'ha presa così. Con enorme voglia di dimostrare. Tutti ce l'hanno, in bianconero. Altra grossa differenza col passato.
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