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VIDEO Juvemania: Capello non vede la differenza fra Conte e Mazzarri, Platini sì
La settimana di Champions League ci ha mostrato una Juventus di stampo europeo, che ha saputo regalare ai tifosi bianconeri una serata all'altezza della sua storia. Il 3-0 al Chelsea entra di diritto nel novero delle gare più belle disputate dalla Juve nelle coppe europee. Non tanto per l'importanza della gara, che dopo tutto era solo un match della fase a gironi, con una qualificazione che resta ancora da conquistare all'ultima giornata (anche se ora molto più facile da ottenere), ma piuttosto per come è arrivata la vittoria.
La squadra di Antonio Conte martedì sera ha giocato un calcio poco italiano e molto europeo, d'attacco, con continui inserimenti offensivi da parte di centrocampisti e difensori, e con attaccanti molto mobili e duttili tatticamente. Un calcio simile a quello che sta praticando, ad esempio, il Borussia Dortmund, probabilmente la squadra più bella vista nella prima fase della Champions League 2012-13 (insieme allo Shakhtar Donetsk e al solito Barcellona).
E come più volte ha ricordato Conte da quando siede sulla panchina bianconera, non si tratta di numeri o schemi (3-5-2, 4-3-3 o altro), ma è piuttosto una questione di atteggiamento, di volontà di giocare e di imporre il proprio credo calcistico. Quanta differenza fra il 3-5-2 proposto da Conte (sia in casa che in trasferta, e ricordiamo a proposito il 2-2 contro il Chelsea all'andata, con i bianconeri per tutta la ripresa nella metà campo avversaria), e il 3-4-1-2 proposto, ad esempio, dal Napoli di Walter Mazzarri, più attendista e speculativo (e lo abbiamo visto, ad esempio, nelle partite perse dai partenopei in campionato allo Juventus Stadium e proprio a Stamford Bridge, contro il Chelsea, nella Champions 2011-12).
Per questo motivo, ci sembra che qualcosa non torni nelle parole pronunciate pochi giorni fa da Fabio Capello, che ha dichiarato: "Siamo tornati indietro di venti anni con il calcio in Italia. Non mi si venga a dire che si gioca con la difesa a tre quando è palese che si tratta di cinque difensori, tre centrocampisti e due attaccanti". Bene, come abbiamo spiegato, e come sostiene Conte, ci sembra che non sia la difesa a tre l'elemento distintivo per giocare un calcio d'attacco o un calcio più attendista e speculativo, ma piuttosto l'atteggiamento con il quale si interpreta uno schema. Contro il Chelsea, Asamoah e Lichtsteiner vi sono sembrati due giocatori più attaccanti o più difendenti?
E a proposito di Capello e del suo 4-4-2, la Juventus del tecnico di Pieris nel biennio 2004-06 non ha mai disputato una partita in Champions dello stesso livello, della stessa intensità e della stessa bellezza di quella giocata dalla Juve di Conte contro il Chelsea. E aveva anche interpreti più forti con i quali poterlo fare, rispetto a quelli della Juve attuale... Come si vede, quindi, non è questione di difesa a 3 o a 4, ma di atteggiamento.
A tagliare la testa al toro, come spesso accade, ci ha pensato qualche giorno fa, ancor prima della vittoria sui Blues, Michel Platini: "La Juventus attuale attacca con sei, sette giocatori, gli stessi che la mia Juve utilizzava per... difendere. E’ diventata una squadra più offensiva e il catenaccio e il gioco difensivo che c’erano in Italia fanno parte del passato. Ora i bianconeri hanno la stessa mentalità delle squadre inglesi e vanno sempre in campo per vincere". Appunto, quello che conta è giocare sempre per vincere.