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    Juvemania, addio illusioni: sarà un'altra stagione da piazzamento. E alla società va bene così

    Juvemania, addio illusioni: sarà un'altra stagione da piazzamento. E alla società va bene così

    • Cristiano Corbo
    Percezione a parte - figlia del risultato, naturalmente -, c'è stato qualcosa che la Juve da San Siro si è portata nel mezzo tonfo dello Stadium. Il pari con il Parma sembrava infatti la sfida del Meazza, ma in miniatura. Perché di fatto ha offerto le stesse cose: una squadra disordinata, disattenta, in preda agli errori ma allo stesso tempo capace di recuperare, senza lasciarsi andare nei momenti più difficili. E' mancata la zampata per la vittoria, da una parte e dall'altra. E di sicuro, non c'è stato alcun attimo in cui i bianconeri abbiano avuto realmente il controllo del proprio destino, così come del gioco. 

    Dunque, dopo Juve-Parma, potrebbero valere le stesse parole del post Inter. E cioè: la squadra di Thiago Motta è giovane, troppo giovane, per poter pensare di competere con le prime della classe. Ha individualità e qualità, certo. Ma non è tarata mentalmente per giocarsela con quest'Inter e con questo Napoli, che arriva da un decimo posto, ma pure da uno Scudetto vinto con la consapevolezza di essere più forte. Antonio Conte sa come si fa, però anche la squadra non nasceva così distante dalle sue ambizioni. 

    Il vero dramma, se di dramma si può parlare dopo dieci partite di campionato e tre di Champions, è il reale valore aggiunto dei nuovi arrivati. Sulla copertina dei bocciati, Vlahovic e Danilo sono saliti a prendersi sberleffi e improperi, ma quanto stanno dando realmente gli acquisti del mercato faraonico di Cristiano Giuntoli? Kalulu è l'unico ad altezza - e oltre - delle aspettative. Di Gregorio a San Siro ha patito, col Parma non è stato perfetto. Certo, ha fatto più di altri. E più di Koopmeiners, ad esempio, frenato dall'infortunio e comunque evanescente a gara in corso, così come lo era stato a inizio campionato. 

    Ancora: Nico Gonzalez, fermo per una lesione di basso-medio grado, dov'è finito? E se Conceiçao è diventato troppo presto troppo importante, Douglas Luiz resta l'immagine di un mercato che convince a metà. Per quello che c'è, per quello che manca. Su tutti, un'alternativa concreta a Dusan Vlahovic, che nelle notti "no" deve restare in campo a giocare con il suo nervosismo e costantemente spalle alla porta. 

    Nessuno sarà soddisfatto alla Continassa, ma non credete che ci sia concreta preoccupazione a serpeggiare nelle segrete stanze della sede bianconera. Tutti restano convinti che si tratti di un percorso appena iniziato, dunque per forza di cose in preda a difficoltà strutturali, di adattamento, di rendimento. Non è come l'anno scorso, è come l'inizio di una nuova era. Che si accontenterà di un piazzamento definendolo obiettivo stagionale. 

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