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    Juvemania: ora è la squadra che voleva Motta. Con un Kolo in più

    Juvemania: ora è la squadra che voleva Motta. Con un Kolo in più

    • Cristiano Corbo
    Una scena - madre - su tutte le altre. Quando in conferenza stampa è stato chiesto a Nico Gonzalez del -10 dal Napoli, l'argentino ha accennato una smorfia, poi ha alzato le spalle e infine ha lasciato andare un sospiro. Non era un gesto di sollievo, ma un invito a restare con i piedi per terra, quasi rivolto a tutta la sala stampa: inutile lasciarsi trascinare dall’entusiasmo, anche dopo quattro successi di fila, anche con una Champions ancora da giocare e un vantaggio da gestire. 

    La Juve aveva appena battuto i migliori, l'ha affrontato senza fare una grinza. E piuttosto che interrogarsi su dove potrà arrivare la squadra, la vera domanda oggi diventa un'altra: com'è riuscita a cambiare marcia e come potrà mantenere questa nuova direzione. Non sembra una casualità né il semplice frutto di qualche episodio fortunato – che pure ieri sera non è mancato – ma un’evoluzione chiara, netta, come il divario tra primo e secondo tempo.

    Juvemania: ora è la squadra che voleva Motta. Con un Kolo in più

    Più che dati concreti, è una percezione a incorniciare il tutto: la sensazione che Thiago Motta abbia preso in mano la squadra con decisione, eliminando prima le criticità (vedi gli epurati), poi aggiungendo dal mercato quel pizzico di qualità che fino a dicembre era assente. Il contributo di Kolo Muani è stato fondamentale: con la sua girata, con il tocco che ha innescato Conceição, con la sicurezza che trasmette a questa Juve, più trainata dalle sue giocate che dal collettivo. Metterlo nelle condizioni di esprimersi così è stata una sfida vinta. Ha ricordato alla Juve quanto sia fondamentale la qualità, ma anche che senza un contesto adatto, la qualità resta sterile.

    A prescindere, però, il protagonista sembra essere tornato proprio l’allenatore. In conferenza ha sottolineato, con disarmante semplicità, la difficoltà vissuta nel primo tempo: "Abbiamo rispettato troppo l’avversario". Tradotto: l’Inter è la squadra migliore del campionato, il timore reverenziale è comprensibile, ma la Juventus ha il dovere di provare a imporsi ovunque. Senza esplicitarlo, ha comunque indicato la rotta per trasformare la mentalità della squadra e, di conseguenza, delle partite. Non c’erano alternative, ma era necessario riconoscerlo prima dentro lo spogliatoio e poi affrontare quella paura.

    La direzione è quella giusta, anche se il match contro l’Inter si aggiunge a quelli con Empoli, Como e all’andata contro il PSV: non c'è quella sensazione di dominio tanto propagandata, né è stata data l’impressione di sentirsi superiore. Tutt’altro: sembra piuttosto che la ruota abbia ricominciato a girare nel verso giusto. Che Motta creda o meno nella fortuna, questa esiste e spesso indirizza le stagioni. È così che si spiega la beffa del gol di Sottil in una prestazione eccellente contro la Fiorentina, così come il mancato gol di Lautaro da pochi passi e, in generale, la minore incisività dell’Inter.

    E ora? Al di là di tutto, pur consapevoli che il lavoro da fare è ancora tanto, c’è qualcosa di cui godere. Oltre alla vittoria, s’intende. È l’entusiasmo che si è acceso allo Stadium, che rimbalza sui social, che diventa energia per continuare a spingere. Verso dove? Se il riferimento è il Napoli, la risposta è la stessa di Gonzalez: una smorfia, le spalle che si alzano, un sospiro. Ma stavolta è di sollievo: finalmente certe domande si possono tornare a fare.

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    stokazz
    stokazz

    seplicemente ora abbiamo 4 difensori e un attaccante che fa la differenza. ed è tornato Cambiaso...

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