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    Juvemania: una squadra senza eguali! Buffon resta, la Juve ha bisogno di te

    Juvemania: una squadra senza eguali! Buffon resta, la Juve ha bisogno di te

    • Stefano Discreti
    Dopo le ultime due prestazioni altamente sottotono (nonostante le vittorie ottenute contro Genoa e Chievo Verona) dalla Juventus ci si aspettava una risposta netta in Coppa Italia contro l’Atalanta che puntualmente è arrivata. C’è poco da aggiungere, Allegri è criticabile per il modo in cui (non) fa giocare la squadra bianconera nonostante il parco tecnico a disposizione ma quando le gare contano davvero difficilmente le sbaglia. Non gli interessa minimamente praticare il bel gioco fine a se stesso. E’ un tecnico molto pragmatico e concreto che si sposa perfettamente con il motto bonipertiano “vincere è l’unica cosa che conta”. Peccato, che valga solo per l’Italia ma questa è un’altra storia…
     
     
    GOMEZ PERDONA, HIGUAIN NO - Un indiavolato Higuain, finalmente recuperato anche mentalmente dopo essersi sbloccato in campionato dopo un lungo digiuno, ha deciso la semifinale di Coppa Italia con un gol da vero bomber.
    Anche qui poco altro da sottolineare. Non esiste in Italia una formazione con la mentalità vincente a 360° della Juventus. Non sottovaluta mai un avversario, non snobba mai una gara; e tutto ciò nonostante sia totalmente coinvolta nella lotta per lo scudetto punto a punto contro il Napoli e tra poco riparta anche la Champions League, vera ossessione e obiettivo principale dei tifosi. Non molla un obiettivo nonostante gli infortuni, non lascia nulla agli avversari.  L’odio verso i colori bianconeri di coloro che fanno dell’anti-juventinità una professione è figlio anche e soprattutto di questo. Mentre abbiamo visto in sequenza Roma, Inter e Napoli distaccarsi dalla Coppa Italia per continuare a centellinare le forze in campionato, la Vecchia Signora non è indietreggiata di un millimetro in questa competizione. La mentalità vincente si costruisce solo così. Affrontando ogni impegno al massimo, qualunque esso sia. L’Atalanta di Gasperini, ben messa in campo come al solito, se l’è anche giocata quasi alla pari ma il gol subito in apertura è stato davvero una doccia fredda; a determinare ancora di più il risultato finale poi ci ha pensato il calcio di rigore fallito dal Papu Gomez, ipnotizzato dal rientrante Buffon.
     
    BUFFON, NON SMETTERE - A 40 anni appena compiuti, Super Gigi ha dimostrato ancora una volta di più di essere ancora il miglior portiere italiano in circolazione per distacco. Highlander. Un monumento del calcio nostrano da preservare a memoria delle future generazioni. In tanti ieri sera mi  hanno scritto “però se Buffon continua rischiamo di perdere Szczesny”. Con tutto il rispetto per il portiere polacco, che ben sta sostituendo Buffon quando chiamato in causa, nel caso si verificasse questa ipotesi ce ne faremo una ragione. Ogni calciatore ha il diritto di scegliere la data della sua fine calcistica in libertà ma se Buffon decidesse di appendere gli scarpini al chiodo in questo momento sarebbe un vero delitto per l’intero movimento. Il calcio italiano ma soprattutto la Juventus ha ancora bisogno di lui.
     
    BENATIA ALLA KOULIBALY -  In chiusura, l’immancabile riferimento al Var.  “Ma Discreti parla solo di questo ormai?” mi si domanda spesso nei commenti a fine pezzo. Non è una questione di essere monotematici, è una battaglia di giustizia. Di onestà intellettuale. Il tocco di mano di Benatia che ha determinato il calcio di rigore fischiato da Valeri a favore dell’Atalanta dopo la chiamata al Var era indubbiamente meno netto rispetto a quello invece ignorato domenica scorsa di Koulibaly. A parti invertite, oggi non si parlerebbe di altro. Qualcuno può negare questo? Così come di altro non si discuterebbe su social, carta stampata e media se a “svenire” in area dopo una carezza fosse stato Dybala e non Callejon. E’ anche giusto che più di mezza Italia (la parte non bianconera ovviamente) tifi l’Atalanta di turno o il Napoli per la volata tricolore, perché dopo tanti anni si sente assolutamente il bisogno di mettere fine ad un’egemonia mai vista prima; però la fine della Juventus deve arrivare sul campo e non attraverso condizionamenti derivanti da battaglie mediatiche ipocrite. La mentalità vincente si deve costruire con le vittorie sul campo e non cercando scusanti ed alibi ad ogni occasione. A qualcuno, soprattutto in vetta, staranno fischiando le orecchie… Si chiude oggi il mercato di gennaio 2018, uno dei più poveri che a memoria si ricordi. Praticamente nessun movimento di rilievo in entrata. Solo tante distrazioni per i calciatori che di sicuro bene non hanno fatto alle rispettive società di appartenenza.
    Ha ancora senso mantenerlo vivo, a queste condizioni, per un mese?
     
     @stefanodiscreti

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