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  • Juve, Allegri deve ritrovare Vlahovic anche se non è un campione

    Juve, Allegri deve ritrovare Vlahovic anche se non è un campione

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    C'è qualcosa che in questi primi mesi Massimiliano Allegri ha ritrovato (la difesa) e altro che, invece, deve ritrovare (Vlahovic). Purtroppo, ancorché in maniera basica, l'allenatore juventino sul reparto difensivo sa lavorare, mentre sugli schemi d'attacco proprio no. Chi abbia avuto la ventura di allenare, anche a livello dilettantistico, sa che intervenire per facilitare i movimenti degli attaccanti è più difficile che creare sbarramenti. A maggior ragione se, come nel caso della Juventus, la difesa consiste nell'abbassare il baricentro e nel murare cross, tiri o combinazioni. 

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    L'Allegri che ha vinto a Firenze ha impressionato per la capacità, conferita alla squadra, di chiudere varchi e linee di passaggio, meno per le ripartenze (è riuscita solo quella del gol di Miretti) o per la costruzione di un controgioco. 
    Ecco spiegato perché, a volte, Allegri preferisce Milik a Vlahovic. Il primo è più dotato del secondo sia per struttura fisica, sia per qualità tecniche. Perciò non si limita a lavorare di testa tanti palloni sporchi buttati avanti dalla difesa, ma li sa ripulire con lo stop (a Vlahovic non ne riesce più uno), la protezione e la giocata per i compagni che affrontano la risalita. 

    Al contrario fornire palla a Vlahovic significa perderla, con conseguente irritazione dell'interessato. Come, ormai, le soluzioni sotto porta sono spesso sballate o mancate. L'allenatore, se sa essere anche un addestratore, deve prendere il suo attaccante e chiedergli di esercitarsi sui fondamentali. Perché anche i campioni più dotati di talento (e Vlahovic non lo è) devono ripetere i gesti fino allo sfinimento se vogliono lasciare un segno e non solo scarabocchi. 

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