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    Juve, Trezeguet: 'Chiesa ti cambia la squadra, è diverso dagli altri. Quanto mancava uno così...'

    Juve, Trezeguet: 'Chiesa ti cambia la squadra, è diverso dagli altri. Quanto mancava uno così...'

    Campione d'Europa e del mondo con la Francia, David Trezeguet, ex bomber della Juventus, parla a la Gazzetta dello Sport di Federico Chiesa, man of the match nella sfida di Champions vinta dai bianconeri contro il Chelsea: "Non una prima punta, questo è sicuro. Ama lo spazio, gli piace partire dai lati, non sarà mai un Osimhen. Per me è un esterno o una seconda punta. Federico pensa poco ma incide tanto, salta l’uomo, determina più di tutti. È uno diverso dagli altri e alla Juve serve tantissimo. Con lui o senza di lui, cambia tutto: è un’altra squadra. La sua qualità? Il fatto che si diverte giocando. Guardandolo, capisco che gli piace il contesto della Juve: anche quando sbaglia, dà l’idea di divertirsi. È la cosa più importante". 

    LUI O PAPA'? - "Non voglio scegliere ma una cosa è certa: Enrico è sempre stato un giocatore fantastico. Era completo, faceva gol, era intelligente, sapeva muoversi per il campo. Cosa deve fare Allegri con lui? Farlo lavorare, gestire lui e la sua determinazione, aiutarlo a migliorare. È un tipo di giocatore che la Juve ha avuto in passato ma da un po’ mancava". 

    IL 9 PIU' FORTE - "Io dico Lewandowski. Ha tutto, è veloce quando conta, usa destro e sinistro, ha un controllo di palla di altissimo livello. Ma per il futuro dico che Haaland è il modello generazionale, il prototipo di come saranno o vorranno essere i 9 del prossimo decennio. Alto, forte, segna, sa fare autocritica, è completo. Unico". 

    SU LUKAKU - "All’Inter ha dimostrato di essere competitivo, ma senza Conte il mondo cambia, perché il Chelsea gioca un calcio meno diretto. A me sembra un 9 forte, che fa gol ma ha bisogno della squadra". 

    L'ITALIANO PIU' FORTE - "Intanto, un applauso a Mancini: io credo che il suo conoscere tante culture gli abbia permesso di costruire una squadra molto forte. Ora la risposta. Io ho sempre avuto un debole per Verratti perché sono cresciuto guardando Pirlo... ed è da Pirlo che l’Italia non aveva un giocatore così tecnico. La mia risposta però oggi è Chiesa, che può diventare un giocatore unico: salta l’uomo e gioca ovunque come si fa ora. È il giocatore giusto per questo calcio moderno". 

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