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Juve su Araujo, nuovo Cuadrado: il simbolo dei contadini sottopagati che fa ‘litigare’ Stati Uniti e Messico
MADRE TERRA - Nato e cresciuto a Lompoc, in California, a due ore di macchina da Los Angeles, Julian ha sempre voluto fare il calciatore ma è legato da un filo invisibile alla terra e ai suoi ritmi quotidiani. Nei campi hanno lavorato per anni papà Jorge e mamma Lupe, arrivati da adolescenti negli USA come immigrati, senza conoscere una parola d’inglese. Sfruttati e sottopagati, con i diritti calpestati, si sono costruiti una vita in una condizione in antitesi con il sogno americano: “I miei genitori, mio fratello, i miei amici. Si alzavano presto e tornavano la sera tardi per non far mancare nulla ai propri cari. Voglio usare la mia posizione per far luce sulle condizioni di chi lavora nei campi” ha dichiarato al sito ufficiale della Mls.
YES YOU CAN - In questo 2020 drammatico, per la pandemia COVID-19 e per gli incendi che hanno devastato la California, Araujo ha voluto stare vicino ai contadini della sua comunità, con donazioni e pasti, inviati con un messaggio che è arrivato diritto al cuore: “Quando il sole sorge lavorate, quando cala state ancora lavorando. Grazie per il lavoro che fate con le vostre mani, la vostra testa e il vostro cuore, coltivate speranza per i futuri raccolti. Sì, si può!”. Un altro modo per accendere i riflettori e sensibilizzare l’opinione pubblica su una categoria che riceve paghe inaccettabili, senza assicurazione sanitaria, spesso costretta a lavorare in condizioni disumane.
USA CONTRO MESSICO - Ai Galaxy dal marzo 2019, Araujo da giovane ha difeso i colori della Lompoc High School, vivendo esperienze con la Santa Barbara Soccer Club e la Barca Academy a Casa Grande, Arizona. Quest’anno, non particolarmente fortunato per l’ex squadra di Beckham (regular season chiusa al penultimo posto ad ovest), ha giocato 15 partite con un gol e due assist all’attivo. Il 2021 sarà importante, per fare il definitivo salto di qualità e per prendere una decisione importante sul suo futuro. Araujo non ha ancora scelto se indossare la maglia del Messico, il Paese dei suoi genitori, o degli Usa, dove è nato e cresciuto. Nei mesi scorsi ha parlato con il Tata Martino, ct del Tri, a inizio dicembre ha partecipato al training camp a stelle e strisce, convocato da Berhalter. Fino a quando non ci sarà un presenza ufficiale può cambiare idea.