Fin dal suo primo giorno i bianconeri, Paulo Dybala non ha potuto sottrarsi all'inevitabile esercizio del paragone con l'illustre connazionale che lo ha preceduto nel ruolo di attaccante di riferimento della Juventus, quel Carlos Tevez che, oltre ad un vuoto tecnico, ha lasciato una pesante eredità in termini di personalità e leadership che ancora i suoi ex compagni di squadra non hanno del tutto raccolto. In primis, l'ex stella del Palermo, che a onor del vero è l'attaccante più impiegato da Massimiliano Allegri in questo primo scorcio di stagione ma che, nonostante sia spinto da tifosi e critica, non ha ancora considerato una maglia da sicuro titolare.
Al di là delle stucchevoli discussioni sull'utilizzo che l'allenatore ne sta facendo, chi oggi continua ad agitare il fantasma di Tevez per valutare l'impatto di Dybala resterà stupito dal confronto dei numeri dell'Apache alla sua prima stagione italiana con quelli della Joya. Prendendo in considerazione lo stesso numero di giornate disputate in campionato, in Champions League e in Supercoppa Italiana, Tevez vince di misura il duello a distanza con Dybala a livello realizzativo con 6 reti in 13 partite ufficiali contro i 5 del giovane attaccante bianconero.

La differenza sostanziale sta però nelle presenze disputate dai due calciatori, che finisce per influenzare il rapporto numeri/gol segnati e far pendere clamorosamente l'ago della bilancia in favore di Dybala. Secondo i dati forniti dal portale transfermarkt.it, Tevez è sceso in campo per 1079 minuti nella sua prima stagione alla Juventus, con una media di un gol ogni 179,83 minuti, contro i 647 minuti di Dybala e una media di una rete ogni 129,4. L'ex Palermo non può essere Tevez e forse non lo sarà mai, ma intanto i numeri gli danno ragione e anche Allegri è bene che prenda atto: questo Dybala non può proprio restare fuori.