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    Juve muta, ma il silenzio assordante è su Del Piero. Ibra lancia il Milan-scudetto

    Juve muta, ma il silenzio assordante è su Del Piero. Ibra lancia il Milan-scudetto

    La domanda del giorno per Antonio Conte è la seguente: che cosa ha fatto di male Alessandro Del Piero (682 presenze, 286 gol in bianconero) per meritarsi al massimo 14 minuti a Genova più 4 di recupero? E’ mai possibile che una squadra come la Juve, giunta al pareggio n. 6 nelle ultime sette partite, cioè al pareggio n.14 in 27 gare, non capisca che, se non si affida al suo Capitano, lo scudetto ridiventa una chimera? E se l’attacco non segna nemmeno contro la peggior difesa del campionato, vorrà dire qualcosa o no? E se ha segnato 16 gol meno del Milan e 11 meno del Napoli, significa che s’è inceppato o no?

    E se il Milan saluta e se ne va, portando a 4 i punti d vantaggio sui bianconeri a undici incontri dalla fine, bisognerà o no cambiare qualcosa?

    D’accordo, a Marassi, la Juve ha dominato il Genoa, Vucinic  ha colpito la traversa e Pepe ha centrato un palo; il disastroso Rizzoli (e questo sarebbe il miglior arbitro italiano? Complimenti, Nicchi e Braschi)  ha annullato ai bianconeri un gol regolare e ha negato loro un rigore che c’era, almeno tanto quanto quello reclamato dai rossoblù.

    Ma, alla fine, che cosa resta se non l’ennesimo punto figlio della pareggite e altri due punti persi?

    Ancora una volta, Pirlo, alla quattrocentesima presenza in A, è stato il miglior in campo. Ma, se Pirlo inventa e nessuno segna, è come dare testate contro un muro.

    E vogliamo parlare una volta tanto di Elia? Pagato 10 milioni di euro, l’olandese è un corpo estraneo alla squadra. O non gioca o gioca troppo poco, come a Genova. Velo pietoso su Borriello, (mancato) rinforzo di gennaio). La debolezza di Conte non risiede in difesa, tant’è vero che, senza Barzagli e Chiellini( per Bonucci la squalifica è stata provvidenziale), la Juve continua a rimanere imbattuta. E’ in attacco che i nodi vengono al pettine e il continuo tourbillon fra Matri, Quagliarella, Borriello, Vucinic ai danni di Del Piero, è  un biglietto per il secondo posto (se va bene), con il permesso di Lazio, Udinese e Napoli s’intende.

    Il silenzio-stampa proclamato a Genova è un segno di stizza, di protesta, di rabbia contro il Palazzo. Ci potrebbe pure stare, se servisse a qualcosa. Siamo nel 2012 e quelli del calcio, anche fra i più titolati, non hanno ancora capito che staccare la spina non causa né suicidi davanti alle edicole né sul web o per mezzo Auditel. Agnelli e Marotta comincino a farsi sentire in Lega (con la Federazione sono già ai ferri corti) poi ne riparliamo.

    Prendano esempio, se ci riescono, da Galliani, uno talmente abile che venderebbe frigoriferi agli eschimesi. Non a caso, pur con tutti i suoi passati conflitti d’interesse e le altre disavventure in cui è incappato, rimane il miglior dirigente del calcio italiano. Specialista del chiagni e fotte, se il francesismo è consentito, il vicepresidente si gode la fuga del Milan impreziosita da uno dei colpi del terzo millennio: Antonio Nocerino, pagato 350 mila euro alla terz’ultima ora del mercato estivo, 9 gol in campionato e una panacea dei mali di un centrocampo troppo spesso rivoluzionato dagli infortuni.

    Il Lecce ha pagato dazio alle assenze che l’hanno stravolto (Cuadrado, Di Michele, Tomovic, Delvecchio) e nulla ha potuto contro l’autentico trascinatore dei campioni d’Italia: Zlatan Ibrahimovic.

    Per quanto giganti, con quei piedi lo svedese può fare ciò che vuole nella stessa misura in cui con quella bocca può dire ciò che vuole. Anche criticare aspramente Allegri per la tattica suicida adottata a Londra, dove l’Arsenal ha rischiato di far fuori i rossoneri pur patendo dallo 0-4 dell’andata.

    Se il Milan non avesse Zlatan, capocannoniere del campionato, non sarebbe in fuga per lo scudetto, nei quarti di Champions League e in semifinale di Coppa Italia.  Allegri lo sa e lo sa pure Berlusconi che dice di sognare ogni notte Cristiano Ronaldo. Si tenga strfetto Ibra.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com


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