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    Juve, Milik e Candreva: il Var non ha migliorato il calcio, lo sta solo cambiando. E gli errori sono più gravi di prima

    Juve, Milik e Candreva: il Var non ha migliorato il calcio, lo sta solo cambiando. E gli errori sono più gravi di prima

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Aspettiamo di sapere come il designatore Gianluca Rocchi spiegherà l’incredibile errore che ha negato alla Juventus una vittoria conquistata in campo, per quanto non meritata per avere giocato per l’ennesima volta peggio dell’avversario. Ci diranno, lui e i tifosi del Var, che si è trattato appunto di un errore, e come tale va accettato. E già che ci sono, allora, ci spieghino anche della gomitata di Karius a Quarta, che ha favorito un gol del Bologna, o dei rigori negati al Lecce. Non parliamo di altro, del gol tolto al Milan o del rigore non dato alla Sampdoria per l’intervento di Kjaer su Sabiri.

    Quale che sarà la tesi in questi casi, l’importante è che non ci raccontino più, confortati da statistiche autoprodotte, che il Var ha cancellato gli errori dal calcio, perché non è vero e lo vediamo ogni domenica, in quasi tutte le partite. E non è cosa di quest’anno. Vogliamo parlare del rigore su Belotti dello scorso campionato o del gol di Acerbi contro lo Spezia? Basta avere memoria oppure tempo per consultare gli archivi: decine di episodi gravi e indiscutibili a campionato.

    La Var è tecnologia, ma il Var, ovvero il tecnico che utilizza la tecnologia, è un uomo e se decidi che quell’uomo non è più adatto per fare l’arbitro in campo, perché gli affidi il ruolo di notaio mandandolo a Lissone, a prendere decisioni davanti alla tv? L’anno scorso, Antonio Di Martino arbitrava, evidentemente male, se è stato deciso che non arbitrasse più; ieri era il Var di Lecce-Monza, e sembra non essere migliorato granché.

    Cade anche l’idea, peraltro mai considerata dai vertici, di affidarsi agli ex arbitri, specializzatisi nella moviola “vera”, quella delle trasmissioni tv: solo Saccani (Rai 2), tra tanti opinionisti anche ex calciatori, ha ritenuto che l’intervento di Bonucci fosse attivo, come in effetti è, perché il capitano della Juve va di testa per colpire il pallone, non disturba il portiere della Salernitana, ma gioca, partecipa all’azione. E questo dice il regolamento, non altro. Finché su suggerimento di Allegri (nella migliore intuizione della sua serata) è spuntata la questione della posizione di Candreva, che ha tolto spazio all’interpretazione: il gol era valido e basta.

    Poi ci sono casi come quelli di Orsato, che del Var non parla mai male, nessuno ufficialmente può farlo, ma che continua ad arbitrare come se fossimo ancora nel 2016-17, prima dell’introduzione della tecnologia. Avere rifiutato l’OFR della gomitata di Karius è sintomo di sicurezza e anche un po’ di sindrome da Marchese del Grillo. E poi ci sono gli arbitri che invece il collega al Var lo ascoltano, riguardano, cambiano parere. Chiaro che così non possa esserci uniformità.

    Il Var è perciò un aiuto importante solo in teoria. È invece realtà che stia cambiando il calcio. Siamo sicuri che ci piaccia davvero? A noi – che siamo stratifosi della gol line tecnology – non piace. Il calcio è nato con gli errori, degli arbitri come dei centravanti o dei portieri. E se dobbiamo stravolgerlo, come stanno facendo il Var e un regolamento che ha tolto l’involontarietà del fallo di mano, non diciamo che è per migliorarlo, perché non è vero. Milik squalificato alla prossima partita è la beffa delle beffe: ammonito per l’esultanza di un gol annullato per errore di chi gli errori dovrebbe cancellare. Può esistere qualcosa di più contorto e ingiusto?
    @GianniVisnadi
     

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