Juve, si presenta Bernardeschi col 33: 'Volevo la 10, ma so che va conquistata'
NUMERO 10 - "Scelta condivisa con la società. La maglia numero dieci merita rispetto, va conquistata e spero di potermela meritare sul campo con il tempo. Il dieci mi piace, fosse stato per me l'avrei preso ma è andata così. Come ho già spiegato è giusto che me la meriti. Credo che sia però la scelta più giusta, condivisa anche con me. La numero dieci merita rispetto assoluto".
NUMERO 33 - "Sono credente, sono religioso. Questo è il significato. Forse è più pesante... (ride, ndr)".
JUVE - "Mi ha sempre colpito la mentalità. La grinta, la tenacia. Quando affronti la Juventus, queste cose le noti e sul campo si sentono. Le prime sensazioni sono positive, quando sono arrivato sono stato accolto da tanti tifosi e voglio ringraziarli perché mi hanno fatto passare una grande giornata. Cercherò io di ricambiare il favore".
CONCORRENZA - "La concorrenza in una squadra credo faccia del bene, crea stimoli a me e ai miei compagni. Sono a disposizione del mister, ho ricoperto tanti ruoli e poi parleremo con lui. La concorrenza sarà uno stimolo, che coltiverò ogni giorno. Ho l'obiettivo del Mondiale".
TRATTATIVA - "Lunga, non è stato facile. Poi grazie alla Juve, al mio procuratore e alla gente che mi è stata vicina, siamo riusciti a portare a casa il risultato. Già in passato c'è stato l'interessamento della Juventus, poi non si è fatto nulla. Il destino ha voluto così".
CONTESTAZIONE - "Argomento delicato. Credo ci sia una parte di società malsana che viviamo nel mondo di oggi, come vediamo sui social di chi augura morte o brutti mali. Non sono qui per alimentare questa società malsana. Anzi, ringrazio i tifosi che mi hanno dato l'in bocca al lupo per la nuova avventura. C'è chi non mi seguirà più ma mi ha augurato di continuare per la mia strana. Fa più rumore la parte malsana, perché conviene così. Ma è problema sociale. Finché prendono noi, che abbiamo una grande fortuna nel trasformare una passione in un lavoro, va tutto bene. Più grave quando colpiscono ragazzi meno forti, in difficoltà".
BUFFON - "Un esempio a livello mondiale. La sua storia parla per lui. Quando hai un condottiero di questo spessore, ha più voglia di seguirlo".
STILE E MODA - "Lo stile e l'abbigliamento di una persona fanno parte della personalità, ognuno si veste a suo modo, siamo in un mondo libero e ognuno può fare ciò che vuole. Ovviamente poi c'è chi non condivide, ed è giusto che sia così. Non era una gonna, era un pantalone...ma si modificano le facce, figuriamoci i pantaloni".
PERSONALITA' - "Ognuno ha la sua. Non bisogna essere ottusi o testardi, si deve sempre tenere una linea che non intralci la strada di compagni, allenatore e società. La mia non è presunzione, è umiltà ma con consapevolezza. La pressione e le responsabilità fanno parte del gioco, un calciatore se le deve prendere".
ATTACCO - "Quando li vedi son tutti forti, sarà bello giocare con ognuno di loro. Siamo squadra forte, lo dimostreremo. Quando entri a far parte di un club importante con dei campioni così, quando giochi ti diverti tanto".
CHAMPIONS - "Sono qui per aiutare la squadra a continuare a fare quello che ha sempre fatto in questi sei anni. Ovviamente ripetersi è difficile, loro sono stati fenomenali vincendo sei scudetti di fila. Sono qui per dare una mano e rivincere il settimo scudetto. La Champions League è una competizione difficilissima, l'obiettivo credo sia sempre quello di arrivare tra le prime quattro".
SOLDI - "I 40 milioni? Ne prendo la responsabilità, fa parte del gioco. Circolano tanti soldi nel mondo del calcio, penso che sia una cosa positiva. Quando non si spendeva si diceva che erano finiti i soldi, se ora si spende dovremmo pensare ad una cosa positiva. Soprattutto per noi giovani che fino a un paio d'anni fa non venivamo presi in considerazione".
BAGGIO - "Baggio è Baggio, come lui ce n'è uno. A mio parere sono sempre sbagliati i paragoni. Ci sono strade, ci sono vite. Baggio è stato il più grande calciatore italiano di tutti i tempi, lo ha dimostrato. Paragone che non andrebbe fatto. A me fa piacere, ma forse non è rispettoso nei suoi confronti".
IDOLO - "Mi è sempre piaciuto il bel calcio, quello di qualità e fantasia. Tutti i numeri dieci mi hanno sempre affascinato e li ho visti con ammirazone. Ci son sempre stati grandi campioni, un nome in particolare non ce l'ho. Ne potrei fare cinque, sei, dieci..."
DEL PIERO - "Quando leggende così fanno dei complimenti, per noi giovani che ci stiamo affacciando al calcio mondiale sia un bel bagaglio da portarci dietro. Lo ringrazio, a un giovane delle parole così fanno emozionare".
CAMPIONATO - "Sarà difficile, tosto. Tante squadre si sono rinforzate, penso sarà un campionato divertente"
ANNO SCORSO - "Sono migliorato dal punto di vista caratteriale, da quello fisico, sotto l'aspetto della continuità. Ma devo ancora migliorare sotto tanti aspetti, che vedremo con il mister. Sicuramente ci sarà tanta strada da fare e non vedo l'ora di farla".
TIFOSI - "Sono felice di aver portato entusiasmo e di aver portato tanti tifosi ad aspettarmi, una cosa per un ragazzo come me davvero incredibile".
FIORENTINA - "Aspettavo la domanda. La Fiorentina io l'ho ringraziata, per un semplice motivo. Dodici anni non sono pochi, anzi sono tanti. Voglio ringraziare la società per quello che ha fatto per me, mi ha fatto diventare un uomo, mi ha sempre difeso. Come ringrazio le persone che nel bene e nel male mi sono sempre state accanto".