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Juve, la partita tra Allegri e Agnelli è ancora da giocare. E sul rinnovo...
LA SITUAZIONE – Da tempo il rapporto è cristallizzato. Sfumato Zinedine Zidane, forse irraggiungibile Pep Guardiola, secondo l'Agnelli pensiero (che non necessariamente coincide con quello di Fabio Paratici e Pavel Nedved) tutti gli altri potenziali allenatori non hanno appeal sufficiente per convincerlo a mandare via Allegri, diverso ovviamente sarebbe se il tecnico decidesse di lasciare. Allo stesso tempo, in assenza di un'altra panchina di pari livello e ambizione, con l'ipotesi di un anno sabbatico ancora solo sullo sfondo, il punto di vista di Allegri è quello di chi non ha la minima intenzione di lasciare il proprio posto avendo un contratto di un'altra stagione. Una fase di stallo che più o meno rapidamente si è trasformata nel patto per il futuro, ma che potrà ancora cambiare direzione. Anche perché c'è un altro dettaglio non di poco conto da curare, oggi toccato rapidamente ma pur sempre affrontato da Allegri in conferenza stampa. Una delle leggi della Juve di oggi parla infatti del divieto di iniziare una stagione con un allenatore in scadenza di contratto, anche da lì si partirà nell'incontro annunciato da Agnelli “per programmare e discutere del nuovo contratto”, mentre Allegri oggi ha glissato con un enigmatico “non si sa mai”. Dettagli, anzi sfumature. Che possono fare la differenza in un club dove tutto è una questione di bianco e nero.