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Buffon: 'Addio a Juve e Italia. Ero certo di smettere, ma ho avuto tante offerte'
PARLA AGNELLI - "Trovare le parole è molto difficile, facciamo parlare i numeri: con Gigi in porta una partita su due non si subisce gol, ha il record di imbattibilità, per 80 volte è stato capitano della Nazionale, ha vinto 11 scudetti, ha vinto un Mondiale, in tutto sono 26 trofei. E' timido, leale, ambizioso, carismatico, sincero, onesto, un amico, è il capitano. E' stato in paradiso, è sceso all'inferno ed è tornato in paradiso insieme a Nedved, Del Piero, Trezeguet e Camoranesi: saremo eternamente grati a loro. Anno lungo, logorante, se lo aspettava diverso, c'era idea di giocare il sesto Mondiale. Invece ha vissuto prima Italia-Svezia, poi un infortunio che gli ha impedito di battere il record di presenze in serie A, ha dovuto digerire il rigore di Madrid e il gol di Koulibaly. Poi ha giocato e vinto la finale id Coppa Italia e vinto il settimo scudetto consecutivo. Quest'anno a parte i miei familiari ha passato più tempo di tutti a casa mia. Gli eventi non possono cambiare programmazione, l'anno prossimo il titolare sara Szczesny. Ha offerte come giocatore e dirigente. Qualunque decisione prenderà avrà il mio supporto. Ci tengo a dire grazie, goditi lo Stadium. La nostra offerta? Abbiamo ragionato, qualunque sia il ruolo passa attraverso una serie formazione. Vale per chi arriva dall'università e vale per chi lascia il campo, l'inizio era un anno di seria formazione. Da lì, fatto questo passaggio, si capisce quale sia il ruolo più giusto
In chiusura: le bandiere esistono, passa la fascia ad un uomo che ha 13 anni di Juventus, Gigi ha fatto quasi il 20% della Juve della nostra famiglia, circa il 30% dei nostri trofei hanno il nome di Buffon. Si merita un grandisismo applauso (si alza, standing ovation)".
PARLA GIGI - "Grazie presidente, in questi anni abbiamo sviluppato rapporto unico, di amicizia, sulla base di onestà, lealtà e lotta feroce all'ipocrisia. Comune denominatore che ci ha unito in tutto. Dico grazie a tutti, non perché sia fatto dovuto ma fatto sentito. Faccio un sunto di questa che è una giornata particolare per me, ricca di emozioni che ci arrivo con tanta serenità e felicità, appagamento. Questi sentimenti sono figli di un percorso straordinario e bellissimo che ho avuto la fortuna di poter condividere con tante persone che mi hanno voluto veramente bene, questo bene l'ho percepito giorno dopo giorno e per questo bene ho lottato e cercato di fare del meglio. Sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus e credo sia il modo migliore per finire questa avventura meravigliosa, con altre due vittorie importanti e finirla con vicinanza e accompagnamento di Andrea e tutto il popolo juventino. La paura era di arrivare alla fine dell'avventura con Juve da sopportato o da giocatore che aveva fuso il motore, posso dire che non è così. Chiudo all'altezza del mio nome e della Juventus. Per questo arrivo a questo saluto veramente felice e non scontato. Dico ancora grazie alla Juventus e alla famiglia Juventus, nel 2001 hanno preso un talento straordinario - sono di parte - ma se il talento si è trasformato in campione è grazie alla Juventus perché mi hanno fatto fare ulteriore step in convinzione e mentalità. Se a quarant'anni sono in campo in questo modo è solo merito della Juve, dell'approccio che qui è diverso rispetto a qualunque altra parte al mondo. La filosofia l'ho fatta mia e sono sicuro che la userò in futuro nel dopo-calcio se dovesse servire, è l'unico modo che conosco per arrivare a dei risultati con la felicità di aver sofferto, al di là delle coppe è il più bel regalo che mi ha fatto la Juventus".
FUTURO - "Unica cosa che so è che sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus, non smetterò di avvalermi dei consigli di Agnelli. Fino a 15 giorni fa era certo che avrei smesso di giocare. Poi sono arrivate tante offerte per sfide stimolanti fuori e dentro il campo, quella più interessante fuori dal campo me la ha offerta Agnelli. La prossima settimana prenderò decisione definitiva e certa, seguendo quello che urla la mia indole e la mia natura".
STAGIONE - "Stagione con dei bassi clamorosi e inaspettati, ma anche con dei picchi incredibili. Han fatto sì che la razionalità sia venuta meno. Qualche perplessità dopo Juve-Napoli c'era, dovevamo capire se fossimo ancora noi e se fossi ancora in grado di ricompattarci e dare ultime botte. Per l'ennesima volta abbiamo dato una risposta incredibile".
ANCORA UN ANNO - "La prossima settimana sarà quella delle decisioni definitive, ma non cambieranno umore. Io nella mia testa fino a 15 giorni fa ero un ex giocatore e l'avevo accettato con la massima serenità. Qualunque cosa accada continuerò ad essere sereno, l'importante era non intaccare quanto fatto in passato. Avendo fatto mio il modus operandi della Juve e avendo condiviso insieme per tutto l'anno le nostre impressioni, io sono fermamente convinto che la Juve debba programmare il futuro, io che sono stato giocatore per quasi vent'anni e capitano per sette-otto, capisco sia giusto. Per me l'importante era finire nel modo migliore possibile. Poi la Juve non scordiamoci che ha un portiere di valore eccelso, almeno quanto il mio".
JUVE PIU' GRANDE - "Non lo so, ci sono state Juve che hanno vinto qualcosa più importante di noi anche se hanno vinto qualcosa in meno di noi. Sicuramente è la Juve più solida".
IN ITALIA NO - "Non se ne parla, cose romanzate come un ritorno al Parma, ma niente di più".
LA SCHIENA - "Nel 2010 la svolta mia, quando tutti giustamente pensavano che Buffon avesse finito la sua grande carriera ho deciso dentro di me, trovando grazie a loro, di avere la forza che questa carriera fosse unica. C'era da soffrire e da sudare. A distanza di otto anni siamo qua con tanti trofei in più vinti, grazie ai miei compagni, all'epoca era impensabile anche per me. Persona che si nutre di ambizioni e di sogni, per me l'essenza della vita è quella, trovare una sfida e poi non importa se la vinci o la perdi".
SENTIMENTO - "Mi sento gratificato. Sentire tutta questa vicinanza da parte della società, dai miei ex compagni e le persone vicine a me. Per il futuro, sono un incosciente, non ho paura. Un po' sì, ma una cosa giusta, moderata perché si prospetta cambio di vita e abitudini. Vivo di queste cose, vivo di questo. Togliermi da zona di comfort per misurarmi in avventure nuove che non conosco. Le sfide non mi hanno mai fatto paura ma mi hanno sempre stimolato".
NUOVO MESTIERE - "Penso che anzitutto un periodo di formazione e di presa di coscienza di ciò che vuol dire stare all'esterno del prato verde, quindi in società, significa vagliare e capire quelli che possano essere gli interessi predominanti".
NAZIONALE - "Ho detto tre mesi fa che se Buffon era diventato un problema non oso pensare cosa possa esserlo tre mesi dopo, poi sei mesi dopo e un anno dopo...diventerebbe una cosa estremamente complicato da gestire e un qualcosa dal quale mi tengo veramente lontano perché penso di non meritarlo. Poi perché penso che la Nazionale abbia giovani portieri importanti. Il 4 giugno non ci sarò: non ho bisogno di altro tipo di attestati di stima e di affetto e di celebrazioni varie, le persone vanno rispettate e onorate se si pensa che abbiano valore quando son vive e non quando son morte"
OFFERTA - "In base a percezioni e all'importanza che puoi avere in un certo progetto, gli stimoli che potrei avere. E poi il mio stato di forma fisica. Tante riflessioni che devo fare senza lasciarmi condizionare dall'impeto e dall'esaltazione del momento. Sicuramente non sono uno che vuole o che pensa sia giusto andare a finire la carriera in chissà quale campionato di terza o quarta fascia, sono un animale da competizione e sinceramente in quel contesto non potrei vivere e non mi sentirei a mio agio".
ORGOGLIO - "Non voglio dare delusioni a chi ha fiducia in me, il giorno in cui avrò la certezza di interpretare un altro ruolo vorrò farlo con la pienezza di quello che si possa fare".
SQUALIFICA - "Per quella che potrebbe essere una squalifica per il dopo-Madrid penso sia anche giusto, è normale. In campo credo di aver ricevuto un'espulsione che ad oggi non capisco ancora, più che focalizzarci sulle mie dichiarazioni bisognerebbe porre un interrogativo su un evento che non trova riscontro. Nel dopo partita è evidente che abbia trasceso, di quello sono estremamente dispiaciuto, in 23 anni di Champions League non sono mai stato né espulso né squalificato, ho sempre avuto condotta educata e sportiva con tutti. Era situazione particolare e a distanza di giorni ho detto che il Buffon di quella sera, con i sentimenti e l'animo dilaniato di quella sera, non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni è chiaro che mi è dispiaciuto aver tra virgolette offese l'arbitro, perché poi è un essere umano che fa lavoro difficile e se lo avessi visto dopo due giorni lo avrei abbracciato chiedendogli scusa ma confermando le mie opinioni. Non sono uno che portara rancore, sono molto sereno in una situazione normale".
DIRIGENTE JUVE - "La Juve per me rappresenta famiglia, è sotto gli occhi di tutti. Che io possa essere onorato di essere percepito come uno della famiglia in questi anni e in questi giorni, penso che Andrea me l'abbia fatto sentire con tanta forza. Però devo anche dire una cosa, che la Juventus è una società che programma il futuro, il futuro è come presente o passato, è vincente. Se dovessi essere considerato un elemento su cui fare affidamento, la Juve avrà la precedenza su tutto ma non deve essere un'imposizione o qualcosa che mi spetta di diritto. Io e la Juve siamo in pari, una cosa in più non è necessaria".
LONTANO DAL CALCIO - "Ho pensato anche ad un futuro lontano dal calcio. Analizzando la stagione, è stata un'annata faticosa, emotivamente febbraio e marzo per me sono stati veramente complicati, l'elaborazione del lutto di smettere di giocare è qualcosa che ti appesantisce e ti tocca dentro. Da aprile sono tornato ad essere leggero, fiducioso e felice come nei giorni migliori. Tutto questo grazie all'appoggio di tutte le componenti. In quel periodo e questo periodo, ho pensato anche con il presidente che in caso di ritiro non mi avrebbero fatto male magari sei mesi sabbatici per poter ripristinare una questione emotiva".
PREMIER - "Inutile insistere. Ho detto che ho ricevuto qualche proposta molto interessante, per il campo e fuori campo. La prossima settimana a bocce ferme, in una situazione emotiva tranquilla, deciderò cosa sia meglio per me. Fare toto-squadre, toto-campionati, non ha senso. Se dovessi decidere di continuare è perché avrei ambizione di continuare per grandi traguardi. Unico modo in cui concepisco lo sport, forse anche mio limite più grande"
EREDITA' - "Szczesny è un ragazzo veramente intelligente, dal primo giorno era incuriosito dal modo nel quale si sta in uno spogliatoio con quello della Juve. A parte me ha avuto tanti begli esempi, dal quale attingere esperienze da Juve, come Chiellini, Barzagli, Marchisio, Lichtsteiner, Khedira..."
SABATO - "Voglio viverla normalmente, come sono abituato a vivere io i grandi eventi, le situazioni pregne e dense di sentimenti. Non chiedo niente se non quello che già mi è stato dato, rispetto, stima, affetto, il sentire che son stato sempre percepito come uno della Juve e uno da Juve. Questa è la più grande vittoria, per le celebrazioni non sono adatto. Già da bimbo non mi piaceva festeggiare i compleanni. Alle persone va fatto sentire amore, rispetto, stima quando sono in vita non quando sono morte, il ricordo più bello sarà nei momenti vissuti fino a sabato che mi porterò con grande gelosia".
DODICESIMO - "Con Andrea abbiamo davvero parlato di tutto. Per uno come me è cosa buona e intelligente capire quand'è il momento, questo è importantissimo. La Juve ha un portiere che vale me e ha 27 anni, la mia presenza costringerebbe lui a vivere paragoni inutili e che metterebbero me a disagio. Io per la Juve non posso vivere situazioni di disagio. La fine è stata così bella e condivisa che più di così cosa voglio? Sono stato fortunato davvero. Sono stato accompagnato da compagni, amici, superiori, colleghi".
FINE CICLO - "Se io pensassi che sabato finirà il nostro ciclo sarebbe grave, vorrebbe dire che non avrei capito niente della Juve. Prima di me la Juve ha avuto Zoff, Sentimenti IV, Tacconi, Peruzzi...ne ha avuti talmente tanti che solo un folle potrebbe pensare che con me si possa chiudere un ciclo. La famiglia Agnelli ha dalla sua la forza di risultati di 95 anni. Qua si programma con largo anticipo le stagioni, sapeva che prima o poi ci sarebbe stato il mio addio. Senza di me continuerà a vincere come e più di quando ci sono stato io, successi ancora più ambiziosi prima o poi arriveranno".
CHIELLINI CAPITANO - "A Giorgio non posso dare consigli. Con Giorgio abbiamo vissuto in simbiosi per tredici anni, nello spogliatoio e in campo, sappiamo perfettamente e abbiamo sviluppato con esperienza e maturità il modo con cui si arriva ai risultati. Giorgio incarna alla perfezione quello che deve essere il capitano della Juventus. Posso fargli un in bocca al lupo speciale e con affetto. Tra i record che ho raggiunto c'è anche quello dell'imbattibilità, se pensassi che quel record lì sia merito mio sarei da rinchiudere, sono solo un ventesimo di quel record e gran parte di quel record lo devo ai miei compagni e a uno come Giorgio che per me è sempre stato una certezza. Gli auguro e sono sicuro che non mi farà rimpiangere".
CASILLAS - "Mi sembra situazione un po' diversa dalla sua, qui situazione con persone empaticamente vicine e che pensano che ciò che accadrà dopo sabato sia la cosa più giusta per tutti. Iker non so come si sia lasciato con il Real Madrid".