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    Juve, un ko che deve far riflettere

    Juve, un ko che deve far riflettere

    • Nicola Balice

    Parma come Verona, senza fare drammi ma anche con la consapevolezza che certi schiaffoni da un lato possono essere salutari, dall'altro sarebbe sempre meglio evitarli. Simili e diversi questi scivoloni con l'ultima della classe, utili entrambi per far comprendere alla Juve tutta come la brutta figura sia sempre dietro l'angolo in serie A. Assolutamente indolore la sconfitta di Parma nella passata stagione, con la Juve capace di arrivare fino in fondo su tutti i fronti. Con lo Scudetto già cucito sul petto, indolore ai fini della classifica è ovviamente anche quella con il Verona, tre punti che esattamente come quelli di Parma non condizionano nemmeno la lotta per non retrocedere. Costa caro in termini di record da poter ancora scrivere e forse a livello individuale, guardando a chi avrebbe potuto e dovuto sfruttare meglio questa occasione per meritarsi un posto in finale di Coppa Italia col Milan e lanciare segnali importanti anche in vista della prossima stagione. Intanto forse proprio Christian Brocchi rimane il più preoccupato da questo scivolone, che rischia di risvegliare l'orgoglio della squadra più forte e affamata di tutte proprio due giorni dopo l'Allegri-day.

    I BOCCIATI Le motivazioni, quando non sono legate ad un obiettivo di campo da raggiungere ancora, andrebbero cercate dentro sé stessi. Così fanno i campioni, o almeno così devono saper fare i giocatori da Juve, da questa Juve. Questo rimane il grosso rammarico della serata di Verona, non aver visto il fuoco negli occhi di chi questa maglia se la deve conquistare: non solo in vista della finale di Coppa Italia. Senza Buffon, Khedira, Lichtsteiner, Pogba, Morata, Mandzukic, la Juve è apparsa molle e sazia. Ci può stare, ma questo è il vero dato che deve far riflettere: molle e sazia senza chi in fondo avrebbe anche potuto esserlo. Al di là di una prestazione che possa definirsi più o meno sufficiente, la sensazione è che soprattutto chi ha reclamato in questa stagione più spazio, tra una sirena di mercato e l'altra, abbia perso una grande occasione di dimostrare ad Allegri che in fondo si è sbagliato anche lui a tenerli fuori: da Sturaro a Pereyra, passando per Zaza e lo stesso Neto.

    RECORD A META' – I due gol subiti a Verona intanto emettono una sentenza, anche mantenendo inviolata la porta nell'ultima in casa con una Sampdoria già salva nonostante il crollo nel derby, quella di questa stagione non sarà la difesa meno battuta di sempre. O almeno, non da sola. Toccata nuovamente quota 20 gol subiti, un traguardo che nella migliore delle ipotesi dovrà essere ancora condiviso dalla Juve di Antonio Conte del 2011/2012. Rimane la difesa bianconera di oggi ancora in corsa per conservare il titolo di quella meno battuta di sempre nel solo girone di ritorno, con Cagliari 1969/70 a sua volta a quota 5 gol subiti ma in un girone a 16 squadre ed il Milan di Capello a quota 7 in un girone a 18 squadre.

    @NicolaBalice


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