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    Juve, Iuliano a CM: 'Baratterei il 5 maggio con una Champions'

    Juve, Iuliano a CM: 'Baratterei il 5 maggio con una Champions'

    • Angelo Taglieri
    Il 5 maggio 2002 compie 18 anni, diventando così maggiorenne. Uno dei pomeriggi più pazzi del calcio italiano, con l'Inter che perde all'Olimpico contro la Lazio, nonostante uno stadio intero al fianco dei nerazzurri, e la Juve che all'ultima curva, sbarazzandosi dell'Udinese in 10 minuti, sorpassa gli eterni rivali cucendosi il tricolore sul petto. Oggi, a calciomercato.com, ricorda quella giornata uno dei protagonisti della vittoria juventina, Mark Iuliano

    Come siete arrivati a quella partita? Eravate consapevoli che poteva succedere qualcosa di importante?
    "La stagione non era stata fantastica, abbiamo fatto diverse partite non eccelse, culminate con quella sconfitta di Parma dove avevamo giocato veramente male. Mancavano sei-sette partite alla fine e fu bravo mister Lippi a dirci di non mollare, di cercare di vincerle tutte e poi di aspettare. Dovevamo fare il nostro dovere e aspettare. Siamo stati bravi e forti nel rimanere sempre attaccati e crearci l'opportunità. Poi sappiamo tutti quello che è successo". 

    Il fatto di aver indirizzato subito la partita a Udine fu un segnale mandato anche all'Inter?
    "Noi siamo stati bravi. L'Inter doveva pensare alla sua partita, doveva vincere, perché in caso di vittoria nostra il pareggio a loro non bastava, non so per quale strana classifica. Vincemmo, facemmo gol subito, poi la amministrammo, anche perché ricordo che faceva un caldo pazzesco, a Udine. Immagino a Roma..."

    L'atmosfera in campo com'era? Come si reagiva dopo i gol della Lazio?
    "Noi ci siamo isolati da tutto, non volevamo saperne niente. Però è chiaro che il pubblico festeggiava, esultava, c'erano tanti tifosi e abbiamo cominciato a capire. Sul 4-2 le speranze erano aumentate e poi fu grande festa. Una grande gioia, c'eravamo passati anche noi da Perugia qualche anno prima. Abbiamo avuto la programmazione giusta per arrivare lì attaccati, una grande rincorsa e ce la siamo giocata bene". 

    Chi ha festeggiato di più a fine partite?
    "Fu un delirio collettivo, una festa insperata, era una gruppo unito, coeso, festeggiammo tutti insieme in maniera bella, negli spogliatoi. Alla Juve si è sempre festeggiato subito, perché il giorno dopo si pensa subito alla stagione successiva. Ma è stata una giornata bellissima". 

    Che effetto fa pensare a quel pomeriggio 18 anni dopo?
    "Le emozioni vanno un po' scemando, non ricordo neanche la formazione avversaria. A volte ricordo che dovevo marcare Bierhoff, invece era l'Udinese di Sosa e Di Michele. Ti rendi conti di aver fatto un'impresa non indifferente, ma in quegli ne abbiamo fatte tante di imprese non banali. Anche quella di perdere tre finali di Champions... Perderne tre non è facile, se ci metti pure l'Europeo del 2000, questo rimane un rammarico importante. Sono degli obiettivi che ti realizzano completamente. Anche se sono contento di quello che ho fatto, della mia carriera e di quello che ho vinto, ma sicuramente non aver vinto la Champions giocando 3 finali è dura, come perdere un Europeo che era già vinto. Sono delle macchie che rimarranno. Il percorso per arrivare lì è stato splendido, non è mai facile arrivarci. Vince però solo una squadra e sulla partita secca capita di perdere"

    Per chiudere: lei, col senno di poi, baratterebbe quel 5 maggio con una Champions?
    "Sì, sì. Perché di scudetti ne avevo vinte già tre, la Champions sarebbe stata il coronamento di una vita, di tutti gli sforzi di una carriera. Quindi l'avrei barattata sicuramente".

    @AngeTaglieri88

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