E' già domani: dopo aver vinto il secondo scudetto di fila, la Juventus ha subito iniziato a pensare al futuro. Ovviamente tutta l'attenzione dei tifosi è orientata al mercato estivo, quando arriverà un grande attaccante per fare il salto di qualità anche in Europa. Conte vuole alzare l'asticella e nella prossima stagione una squadra ancor più competitiva per cercare di coronare il sogno di vincere la Champions League.

In attesa di capire quale asso i bianconeri pescheranno dal mazzo (Suarez, Higuain, Jovetic, Robben o il jolly Ibra?) il progetto di Andrea Agnelli procede in parallelo nel palazzo. Lo stesso presidente, sull'edizione odierna del Corriere della Sera, ha sottolineato i punti principali per cambiare il calcio italiano e farlo tornare ai livelli di Germania, Inghilterra e Spagna: legge sugli stadi e per la tutela dei marchi, riforma della giustizia sportiva e formazione delle seconde squadre.

Per raggiungere tutti questi obiettivi, Agnelli pretende la collaborazione del mondo politico a cui lancia un segnale forte e chiaro: "Il calcio italiano non è lo specchio del nostro Paese, è migliore. Lo sport rappresenta l'1,6% del Pil, che il calcio professionistico (A, B e Lega Pro) impiega circa 10 mila addetti e contribuisce alle casse del fisco italiano con un miliardo di euro".