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    Juve, il rumore del silenzio

    Juve, il rumore del silenzio

    Nella Juve che batte l'Inter, che sogna lo scudetto, che il prossimo 20 maggio affronterà il Napoli nella finale di coppa Italia c'è un rumore assordante. Diverso da quello dei nemici, che tanto dava fastidio a José Mourinho. Il rumore sul quale Conte fa affidamento è quello del silenzio, di quei giocatori che hanno saputo aspettare il loro momento per lasciare il segno. L'esempio più lampante è quello di Alessandro Del Piero, decisivo ieri con l'Inter così come lo era stato mercoledì con il Milan nella semifinale di coppa Italia. Il capitano bianconero in questa stagione non ha mai alzato la voce, non ha mai detto una parola di troppo, nonostante la fascia al braccio e il curriculum che parla da solo. Ha digerito le tante panchine, con il sorriso, prendendosi la rivincita sul campo.

    Il silenzio di Del Piero è anche quello di altri giocatori, che, con umilità, hanno saputo prendere la palla in balzo quando chiamati in causa. E quello di Giaccherini, tappabucchi con dieci polmoni, quello di Padoin, che a Firenze ha trovato il suo primo gol in maglia bianconera, quello di De Ceglie e Caceres. L'urguaiano ha lasciato Siviglia dove era titolarissimo per la Juve, senza chiedere garanzie tecniche. Dopo la doppietta in Coppa Italia con il Milan era sparito dai radar, è riapparso a Genova nel ruolo di centrale, e ieri sera, da terzino di spinta. In un mese mai una polemica, mai un mugugno. Un esempio di professionalità anche per alcuni compagni in rosa. Che alle parole non hanno fatto seguire i fatti.

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