Juve, gelo con Agnelli: Monaco su Conte
Gioco d'azzardo: i francesi neopromossi vogliono il tecnico della Juventus e minimizzano le certezze di Agnelli.
Il Monaco copre d'oro Conte.
Dopo Falcao, caccia a Tevez: per l'attaccante argentino del Manchester City pronto un contratto da 10 milioni di euro all'anno.
(QS)
Il presidente: «Il trofeo più bello? Il prossimo». E tiene le distanze: ringrazia Conte dopo Marotta.
Agnelli-Conte: ultimo round.
E’ già roba da museo? La domanda, ironica mafino a un certo punto, nasce spontanea quando proprio allo Juventus Museum si cerca di capire quanto sia saldo il rapporto tra il club e Antonio Conte. Dopo l’intervista di Andrea Agnelli (in cui veniva virtualmente annunciata la prosecuzione del rapporto con il tecnico) e la conseguente irritazione dell’allenatore (non informato preventivamente delle dichiarazioni, che per altro non ha gradito), ieri il presidente e Conte si sono intravisti al Museum in occasione dell’inaugurazione della mostra «Il lunedì si parlava di calcio. Agnelli-Juventus: 90 anni di passione bianconera». Si tratta di un viaggio nel rapporto più longevo di gestione di un club da parte di una famiglia. Il filo conduttore della mostra è l’innovazione che gli Agnelli hanno saputo apportare in campo e fuori. Anche Conte nel suo lavoro è un innovatore, porta dentro di sé quei valori che fanno storicamente parte del dna bianconero e, anche in base ai risultati, è l’allenatore ideale per la Juve. Ma lo sarà anche nella prossima stagione?
Il presidente - Ieri Agnelli, da buon padrone di casa, è arrivato al Museum in anticipo rispetto a molti invitati e alla squadra. Conte e i giocatori sono scesi dal pullman circa mezz’ora dopo e si sono avvicinati immediatamente nella zona riservata per gli interventi ufficiali. John Elkann è stato molto rapido («Una mostra bellissima, la migliore premessa per un grande futuro che ci aspetta insieme»), mentre un po’ più articolato è stato il discorso di Andrea Agnelli: «Novant’anni sono un’eternità. Ma come dico sempre la Juve ha vinto prima di ognuno di noi e vincerà dopo ognuno di noi. Al di là dei numeri dei campionati vinti, mi piace sottolineare che sotto la gestione della famiglia Agnelli la media della Juve è di uno scudetto ogni tre anni. Ma il trofeo più bello è sempre quello che deve ancora venire. E l’anno prossimo avremo l’obiettivo di conquistare il terzo scudetto consecutivo, impresa che nella storia bianconera è stata centrata solo all’epoca del Quinquennio. Nel nostro destino c’è l’ambizione di vincere. Per il successo di questa stagione ringrazio gli amministratori delegati Beppe Marotta e Aldo Mazzia e faccio un grande applauso ad Antonio Conte, al suo staff e alla squadra». L’ordine dei ringraziamenti non è casuale: Agnelli ha citato prima chi ha il compito di costruire la squadra e di far quadrare i conti e poi chi scende in campo per allenare e per giocare. Sembra un messaggio a Conte, che vorrebbe allargare il suo ruolo all’interno del club.
Il capitano - Non c’è stato durante la serata un momento in cui Agnelli e Conte si siano ritrovati vicini. Gigi Buffon, intanto, si mostra ottimista: «Tutti noi sappiamo quanto Conte tenga alla Juve, ha un rapporto consolidato con Andrea Agnelli, non credo che ci sarà alcun problema per l’anno prossimo. Penso che ci sia la reciproca volontà di arrivare insieme a un traguardo importante». In realtà la situazione non è così scontata, ma è normale che adesso il presidente e il capitano vogliano tranquillizzare i tifosi, decisamente sorpresi dall’evoluzione di una vicenda che sembrava il classico discorso di fine stagione tra società e allenatore e invece è ben presto diventato qualcosa di più importante. Da museo o forse no: presto si saprà.
L’incontro decisivo fra domani e venerdì: società ottimista. Ecco i punti fondamentali del programma di Antonio.
Dentro o fuori. Il tecnico vuole chiarezza: tutto in 48 ore.
Ci sarà sicuramente bisogno di un altro incontro per chiarire il futuro tecnico della Juventus e di Antonio Conte. Anzi, si tratterà proprio del round decisivo: domani o al massimo venerdì l’appuntamento della verità. Il faccia a faccia di settimana scorsa, portato alla luce da Andrea Agnelli, non è evidentemente stato pesato nella stessa maniera dalle parti in questione: decisivo per il presidente della Juve, interlocutorio per l’allenatore due volte campione d’Italia. «Ci siamo visti a casa mia, stesso divano della prima volta, abbiamo parlato per due ore — aveva rivelato lunedì Agnelli —. Ogni riserva è sciolta, l’ho rinfrancato. E il giorno dopo che ci siamo visti, Conte ha incontrato Marotta, Paratici e Nedved, e già in quella circostanza c’è stato un chiarimento su quelle che devono essere le strategie per il mercato della Juventus». Ecco, pure su questo secondo summit l’interpretazione non è unanime. Conte ritiene di non aver ancora ricevuto risposte adeguate al suo «appello», alla sua voglia di «arrivare ai nastri di partenza della prossima stagione con l’ambizione di provare a vincere tutto», come aveva detto dell’immediato post Juve-Cagliari.
I paletti di Conte - Insomma, le ultime parole di Agnelli non bastano. La partita resta aperta, ma non sarà una telenovela. Il Mou italiano non vuole andare oltre le 48 ore, e in un senso o nell’altro intende «sbloccare» la situazione, nell’interesse suo e della società. Sul tavolo metterà un programma impegnativo, ma poco derogabile. I punti chiave: almeno due grandissimi acquisti nel reparto avanzato; Pogba e Vidal incedibili; un ricambio generale nella rosa di sette-otto elementi; possibilità di intervento sempre più simili alla figura del manager inglese e riassetto anche dello staff atletico, con il nome di Ventrone che a Vinovo non trova tutti d’accordissimo. Il contratto? Normale che venga ritoccato dopo due stagioni ai limiti del miracoloso, ma Antonio è sincero quando dice «che questo è l’ultimo dei problemi, non è un a questione di soldi».
Sul mercato - E’ infatti soprattutto una questione tecnica. In guerra ci va senza problemi, ma contro i cannoni delle corazzate europee pretende di opporre almeno qualche sofisticato fucile. Il ricambio di sette-otto elementi? Necessario all’indomani di due scudetti consecutivi portati a casa grazie alla cura Conte, una pesante terapia d’urto, alla Mourinho per intenderci. Servono energie fresche, anche mentali, e buona parte del gruppo è considerata logora. Allora, sul mercato potrebbero finire i vari Matri, Quagliarella, Vucinic o Giovinco, Marrone, De Ceglie, Lichtsteiner o Isla, più uno dei baby gioielli parcheggiati altrove, tipo Boakye, Gabbiadini e Immobile.
Occhio alle francesi - Presto sapremo tutto, la società bianconera appare tranquilla, è convinta che alla fine verrà trovato un concreto punto d’incontro con il tecnico salentino. Oggi, va detto, appare ancora questa l’ipotesi più probabile, ma davvero nulla va dato per scontato. Oltretutto, alla finestra si sarebbero affacciati con grande interesse i ricchissimi Paris Saint Germain e Monaco.