Juve-Fiorentina, i ricordi di Pontello: 'Che rabbia quella finale'
Ranieri Pontello, presidente della Fiorentina negli anni Ottanta, ricorda le 'sue' sfide contro la Juventus. 'Potevamo essere la proprietà più vincente dell'intera storia viola e invece per colpa del club bianconero abbiamo chiuso il nostro ciclo decennale senza nemmeno un successo, come fa ad essere per me una partita come tutte le altre? - spiega Pontello al Corriere Fiorentino -. Nell'anno della lotta testa a testa contro di loro mio padre dette del metalmeccanico all'avvocato Agnelli, ma faceva parte del gioco, era una battuta scherzosa con un amico. Infatti lui non si arrabbiò, il calcio non si prendeva così sul serio come oggi in cui tutti sono diventati molto più permalosi. Sorrise e non ci rispose mai per le rime, solo che alla fine lo scudetto lo vinse la Juve. La più bella partita contro i bianconeri? Certamente quella dell'83/84, nel campionato in cui Platini, non proprio uno qualsiasi, disse che giocavamo il miglior calcio d'Italia. Fece un gol fantastico Antognoni di testa e poi ci fu la doppietta di Daniel Bertoni, che dopo la seconda rete, tornando verso il centrocampo, mi indicò il polso per ricordarmi che stava avvicinandosi al numero di realizzazioni che prevedeva il regalo di un costoso orologio... La stagione 84/85 invece si rivelò molto deludente: avevamo preso Socrates per sostituire Antognoni infortunato e andò male, fummo anche costretti a sostituire De Sisti, a cui eravamo tutti legati, e Ferruccio Valcareggi limitò i danni. Però vincemmo per la prima volta sotto la mia presidenza a Torino, una gioia impagabile, e non importa se voleva dire pochissimo per la nostra classifica, che per fortuna era già abbastanza tranquilla. E pensare che quella volta lì decisi stranamente di non seguire la squadra in trasferta. E poi, come si fa a dimenticare l'ultimo atto della nostra gestione con la doppia finale Uefa? È soprattutto la gara di Torino a bruciarmi ancora: l'errore di Landucci sul tiro di De Agostini, le indecisioni di Baggio davanti a Tacconi, l'arbitraggio a nostro sfavore dello spagnolo Aladren. Perdemmo 3-1 senza meritarlo assolutamente e compromettemmo così le possibilità di vittoria della Coppa'.